Quella lunga notte sotto le tende al Campo della Misericordia. La Polonia è solo per veri avventurieri (del cuore)

Stamattina ci siamo svegliati primadel solito, alle 6:30. Fortunatamente era tutto pronto, sacco a pelo compreso. Dopo la solita colazione (la penultima), ci siamo subito diretti verso il Campus misericordiae. Vige la regola del “chi prima arriva, meglio alloggia”. Quando il pullman si è dovuto fermare, avevamo solo cinque chilometri da fare, quindi un’ora circa di cammino. Che tra qualche battuta e chiacchiera, è andata via velocemente. Poi ci sono stati i check point, dove ci hanno controllato gli zaini. È stato in questo momento che ho perso un pò della misericordia acquisita in questi giorni. Un pò per la stanchezza, un pò per il caldo (c’è sempre stato un tempaccio, e ieri fortuna ha voluto che ci fosse un sole da ferragosto), un pò per i volontari che controllavano togliendoti tutto quello che avevi sapientemente messo nello zaino a mo’ di tetris. “You aren’t my friend anymore” gli ho detto. Poi abbiamo camminato ancora mezz’oretta e siamo arrivati al settore A5, dove abbiamo iniziato a stendere le amate tele cerate. E da lì, si è scatenato l’ingegno: abbiamo “preso in prestito” alcuni bastoni e abbiamo iniziato a costruire delle tende, in modo da proteggerci dal caldo. La sottoscritta, nonostante la semper fedelis crema solare 50+, si è bruciata comunque. Ordinaria amministrazione. Il momento clou è arrivato verso le 19:30, con l’arrivo del Santo Padre e l’inizio della veglia. Dopo un ovvio caos generale, si è creato un clima stupendo. Fatto di silenzio e ascolto. Ogni tanto mi voltavo per vedere le persone dietro di me. Mi piace osservare le persone (ognuno ha qualche disturbo). Erano in silenzio, attente, con le loro radioline malfunzionanti nelle orecchie per ascoltare le testimonianze di alcuni giovani che si raccontavano al Papa. Ad un certo punto, calato il buio, mi si è aperto davanti un paesaggio stupendo: due milioni di persone con la loro candela accesa, con gli occhi e le orecchie rivolti al Santo Padre. E come ogni volta, le sue parole sono state dirette ed efficaci. Quanto carisma ha quell’uomo. Avrà fatto un corso prima dell’elezione, vai a sapere. Poi la nottata. È andata meglio di come mi aspettassi. Faceva freddo, ma ce la siamo cavata. Dopo la sveglia (traumatica) , abbiamo dovuto smontare la nostra tenda prima della Santa Messa. Lì, come ci era già stato detto, le distrazioni sono state maggiori: gente ancora dormiente, persone che passavano per tornare nel settore, altri che scherzavano. E in effetti è stato più difficile seguire. Rimontata la tenda, abbiamo atteso fino alle 14 per lasciare defluire il traffico. O meglio, la pioggia ci ha sorpreso e siamo dovuti andare via prima del previsto. A dirla tutta, la pioggia che ci ha sorpreso era parecchia. Diciamo che era tutto compreso nel pacchetto. La Polonia ti mette sempre alla prova. Bisogna scriverlo sulle guide: la Polonia è solo per veri avventurieri. Poi di nuovo un pullman per tornare alla nostra Miechov che ci attendeva per una festa. Serata conclusa a sistemare la valigia. Domani siamo già di ritorno.

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