Spartacus: il ciclista roccioso che vince e poi annuncia il ritiro. Un vero campione conosce i propri limiti

Lo chiamano Spartacus e probabilmente non potrebbe esserci soprannome più azzeccato vista la sua fisicità e, perchè no, considerato il contesto olimpico con la prestanza fisica che già dai tempi dei greci veniva osannata quale caratteristica principale di cui essere dotati per poter vincere. La storia olimpica di oggi è dedicata a “Spartacus” Fabian Cancellara, ciclista svizzero che si è aggiudicato la medaglia d’oro nella prova a cronometro consacrandosi ancora una volta uno dei principi di questa specialità (aveva già trionfato a Pechino nel 2008). Una gara quella della cronometro individuale che rappresenta uno degli sforzi più complicati per i ciclisti non solo da un punto di vista fisico, ovvio, ma anche da un punto di vista mentale. Questo perché si è soli contro il tempo, si parte a distanza di uno o più minuti e non c’è l’andatura degli avversari sulla quale basarsi, ma sempre e solo il proprio respiro, le proprie gambe, i propri pensieri e la propria bicicletta e spesso tutto questo dura piú di un’ora. Cancellara è il principe di questa specialità già da dieci anni almeno e torna da Rio de Janeiro con la medaglia d’oro perchè ha messo in campo qualità atletiche straordinarie. È fisicamente possente, la sua pedalata trasmette potenza, lo si vede a occhio nudo che il suo incedere è straordinariamente elegante ed efficace. E poi perchè è uno che ha sempre fatto della generosità e della capacità di soffrire anche da solo la sua forza e per tutto questo la cronometro è il suo terreno di caccia preferito. La storia di Cancellara è olimpica perchè la sua personalità gli ha permesso di essere amato da tutti i tifosi e da tanti avversari. Ma è olimpica anche perchè Fabian ha deciso di scendere dalla bicicletta per sempre, lo aveva deciso già ad inizio stagione e ha confermato la sua volontà sul traguardo carioca. E dire che non è vecchio, ha 35 anni e qualche stagione potrebbe ancora permettersela ad alto livello. Ma la forza di un campione vero, di un campione olimpico, sta anche nell’ammettere di essere arrivato al limite, di uscire di scena ancora in forze. E Cancellara è un campione.