Se l’Europa si ferma a Calais

La “Grande Muraglia di Calais”, così soprannominata dai tabloid inglesi, che il Governo di Londra di Theresa May in accordo con la Francia, ha deciso di erigere ai lati dell’autostrada che conduce al porto francese sarà lunga due chilometri e alta quattro metri. Un muro anticlandestini, una barriera di cemento armato finanziato dal governo britannico (circa due milioni e mezzo di euro), il cui obiettivo è fermare chi salta sui camion diretti nel Regno Unito.

Il muro si dipanerà lungo l’autostrada che passa vicino a “The Jungle”, il famigerato campo profughi di Calais (circa 10mila persone, per lo più provenienti da Africa e Medio Oriente che vivono in condizioni disperate nel campo, in squallide tendopoli e rifugi di fortuna), da cui i migranti tentano di raggiungere l’Inghilterra diventata per loro la “Terra Promessa”, e arriva fino al porto. Parigi ha promesso di smantellare definitivamente il campo, ma non si sa se e quando lo farà davvero.

La superficie liscia del muro dovrebbe rendere più difficile arrampicarsi. Londra, che le sta tentando tutte per fermare i migranti che dal Nord della Francia cercano di salire a bordo dei camion diretti in Gran Bretagna o salire sui treni che attraversano l’Eurotunnel, ha annunciato che i lavori per il muro in cemento armato cominceranno questo mese e potrebbero concludersi entro dicembre. “Abbiamo già fatto il recinto, adesso costruiamo il muro” ha detto il sottosegretario all’immigrazione, Robert Goodwill.

Il muro sta per essere costruito ma le polemiche già sono montate. Per Richard Burnett, capo dell’associazione britannica del trasporto su strada, sarebbe stato meglio spendere i due milioni di sterline per aumentare le misure di sicurezza. Altri temono che migranti in fuga da conflitti e miseria cercheranno comunque di aggirare il muro, anche a rischio della vita. Francois Guennoc, portavoce del gruppo umanitario “Auberge de Migrants” ha dichiarato che “quando alzi i muri, la gente trova il modo di scavalcarli. Aumenterà i pericoli per i migranti, farà crescere le tariffe dei trafficanti e la gente finirà per correre più rischi”. Critiche arrivano anche dal Ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni, che ha precisato che “la soluzione è investire in Africa, risolvere crisi come quella siriana e condividere il peso dell’immigrazione a livello europeo”. Secondo il parere del Ministro dell’Immigrazione britannico Robert Goodwill, l’iniziativa realizzerà l’obiettivo d’interrompere l’assedio all’imbarco dei traghetti e all’ingresso dell’Eurotunnel. “Il muro impedirà i tentativi di disturbare gli autoveicoli che si apprestano ad attraversare la Manica. Certo bisogna fare di più, ma il muro fa parte di un pacchetto che abbiamo concordato con i francesi”, ha puntualizzato alla Camera dei Comuni.

Sono passate solo poche settimane dal vertice Renzi, Merkel e Hollande di Ventotene voluto per rilanciare quel sogno europeo vagheggiato e progettato settantacinque anni fa da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni durante il periodo di confino presso l’isola pontina nel Mar Tirreno. La prossima costruzione di una muraglia inglese in terra francese, il primo muro che viene edificato tra due grandi democrazie europee che dovrebbero condividere gli stessi ideali di libertà e mostrarsi compassionevoli nei confronti di chi fugge dalle atrocità della guerra, spezza quel sogno dei Padri Fondatori.

Un muro che ricorda quello di Berlino, che fa rinnegare in un solo colpo i valori fondanti europei, in primis quello delle comuni radici cristiane. Se i grandi d’Europa alzano barriere nel cuore del Vecchio Continente, l’Europa si ferma a Calais.