Prima campanella anche ad Amatrice: dopo il terremoto si riparte dalla scuola

Gli occhi verdi di Fabiola (nome di fantasia) sono grandi e vispi mentre passa il suo tempo in una tenda-giochi allestita nel parco comunale di Amatrice intitolato a “Padre Giovanni Minozzi”, situato proprio nell’area antistante a quella che, fino a qualche mese fa, è stata la sua scuola, la “Romolo Capranica”, oggi ridotta a un cumulo di macerie dal terremoto del 24 agosto scorso.

“Ho 10 anni” dice sorridente volgendo lo sguardo alla madre che non la lascia un attimo. Dalla notte del terremoto le è sempre rimasta accanto, la scossa, la fuga precipitosa da casa, i crolli, le grida e l’abbraccio con il resto della sua famiglia. Salvi. Ascolta il racconto della madre e intanto fissa un foglio bianco, pronta a sporcarlo con la punta di una matita. Per Fabiola sono le ultime ore di vacanza o forse la fine di un incubo. Martedì 13 settembre, la campanella della scuola tornerà a suonare e sarà il momento di tornare sui banchi, quelli del suo nuovo istituto tirato su a tempo di record dalla Protezione Civile di Trento, in località San Cipriano a poco più di un chilometro dal centro di Amatrice. Dodici aule da 35 metri quadri ciascuna, poi i servizi, per una superficie complessiva di circa 600 metri quadri. “Non vedo l’ora di ritrovare i miei compagni di classe” dice un po’ emozionata. Sarà quello anche il momento di ricordare quanto è accaduto sotto i loro occhi, di riviverlo nei racconti di ciascuno e magari pregare per chi non ce l’ha fatta. Proprio per aiutare gli alunni a rielaborare la tragedia del sisma i docenti saranno affiancati da psicologi e pedagogisti con progetti ad hoc.

Sul foglio bianco di Fabiola, intanto, hanno preso forma una grande casa, degli alberi, una strada, delle persone. “La grande casa è la scuola, ma devo ancora colorarla” spiega. Le si avvicina Giulio (nome di fantasia), si salutano, “ma non siamo in classe insieme” dicono. Parlano di astucci e penne, di quaderni, di come sarà la nuova struttura scolastica. Giulio è andata a vederla e le racconta di “tanti volontari che lavorano sempre”. Fabiola comincia a colorare, Giulio le suggerisce i colori da usare.
“Avremo tempo per fare tanti disegni con cui decorare le nuove aule”
ora che l’anno scolastico è giunto alle porte. Il mondo dei bambini e dei ragazzi di Amatrice e delle frazioni colpite dal sisma – molti dei quali frequentavano la “Romolo Capranica” – è ancora ricco di colori e di speranza. “Noi non molliamo” hanno scritto dei giovani su una tavola che campeggia all’esterno di una specie di capanna che oggi è il “Centro giovani” di Amatrice.

La speranza è l’unità di misura della volontà di questa terra che vuole rinascere proprio qui dove il terremoto l’ha ferita quasi mortalmente.

La tenda-giochi del parco “Don Minozzi” è un ritrovo anche per le famiglie dei piccoli che la frequentano. “La ripresa delle lezioni scolastiche” è in questi giorni uno degli argomenti più dibattuti, oltre alla ricostruzione. Bisogna riorganizzarsi, dice F.G. un genitore, “chi può cerca di tirare fuori dalla propria abitazione danneggiata quanto più possibile, anche libri di testo, vocabolari, quaderni, magari gli zainetti cui sono affezionati i nostri figli. Recuperare anche parte di questi oggetti vuole dire restituire loro qualcosa di personale, intimo, che temevano di avere perso”. E poco importa se le copertine sono ammaccate o se le pagine sono piene di polvere e detriti. Anche così si riesce a dare fiducia. A ripartire. “Tutto diventa utile – gli fa eco una madre, S.C. – in questi momenti. Chi ha dei libri di testo che non servono più cerca di passarli a chi ne ha bisogno, e così anche per dizionari e materiali di studio”. Tutto questo in aggiunta a un kit didattico (con libri e quaderni) donato dal Ministero, afferma Giovanna Boda, responsabile del gruppo di intervento organizzato proprio dal Ministero dell’Istruzione per garantire l’apertura delle scuole nelle 54 frazioni terremotate del Centro Italia.

Apertura che avverrà regolarmente, come confermato dalla nuova preside dell’Istituto omnicomprensivo di Amatrice, Anna Rita Pitoni. “Inizieremo le lezioni regolarmente il 13 settembre. Per quel giorno sarà pronto tutto il blocco, dall’infanzia alla scuola media, e per il 26 settembre sarà completo anche il liceo scientifico, con i laboratori, ci saranno la mensa, la palestra e il campo sportivo”. Gli iscritti sarebbero 150 (269 l’anno scorso) ma sono destinati ad aumentare ora che l’apertura della scuola è certa. Cinquantasei anni e un passato da volontaria della Croce Rossa in Iraq e Kosovo che emerge subito sin dalle sue prime parole: “partiamo con uno stato d’animo forte, razionale, per gli alunni in particolare.
La comunità scolastica è una componente importante in un territorio come questo. Non siamo soli,
abbiamo il supporto concreto del Ministero, c’è una task force permanente al centro di Coordinamento (Dicomac) di Rieti, con i vari responsabili che mi affiancano. Non siamo soli”. Ma non basta. Nell’imminenza dell’inizio delle lezioni il pensiero corre agli alunni vittime del sisma. Sono otto. “Per loro è pronto il progetto, realizzato con pedagogisti e psicologi, ‘Bosco della memoria’. Con i ragazzi dell’Istituto tecnico agrario di Rieti pianteremo un albero per ogni studente deceduto nel sisma. Sarà curato ogni giorno e così i nostri alunni scomparsi continueranno ad essere con noi”. Il 13 settembre qui ad Amatrice sono attesi il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, e i sindaci di Amatrice e Accumoli. Un pezzo di vita che riprende vigore. “Ripartiamo dalla scuola” si legge sulle fiancate di una navetta che gira nelle strade di Amatrice. Qui sono in molti a sperarlo…