Papa Francesco in partenza per Assisi: “Il mondo oggi più che mai ha bisogno di pace”

“Martedì prossimo – ha detto il Papa oggi all’Angelus – mi recherò ad Assisi per l’incontro interreligioso, a trent’anni da quello storico convocato da san Giovanni Paolo II. Invito le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli fedeli di tutto il mondo a vivere quel giorno come una Giornata di preghiera per la pace. Oggi più che mai abbiamo bisogno di pace, per questa guerra dappertutto nel mondo”.
Papa Francesco il 20 settembre sarà ad Assisi per partecipare all’incontro conclusivo della Giornata mondiale di preghiera per la pace dal titolo “Sete di pace. Religioni e culture in dialogo” (18-20 settembre) organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con le famiglie francescane, la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e la Conferenza episcopale umbra. Il Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, delinea il significato profondo dell’incontro che avviene a trent’anni dallo storico vertice del 1986 voluto da Giovanni Paolo II. «L’incontro Sete di pace. Religioni e culture in dialogo” intende rispondere alla grande domanda che sale dalle vittime della violenza, del terrorismo e delle troppe guerre in corso. Per tre giorni, dal 18 al 20 settembre, porteremo ad Assisi la loro voce insieme ai leader delle religioni mondiali. Non sarà una rievocazione della grande preghiera voluta da Giovanni Paolo II, ma ci ritroveremo per vivere un nuovo evento insieme con i tanti che, provenendo da mondi diversi, nel corso di trent’anni si sono messi insieme, nello spirito di Assisi, per costruire la pace e rafforzare il dialogo. La presenza di Papa Francesco è un grande segno di speranza in un momento storico attraversato da tanta rassegnazione», dichiara Impagliazzo, nato a Roma nel 1962, Professore ordinario di Storia contemporanea dell’Università per Stranieri di Perugia, che nel 2012 ha ricevuto il Premio Ducci per la Pace.

Al vertice interreligioso per la pace saranno presenti 400 tra leader religiosi, politici e sociali di tutti i continenti insieme a rappresentanti del mondo della cultura e delle istituzioni. Ce ne vuole parlare?
«All’inaugurazione, nel pomeriggio del 18 settembre, che vedrà anche la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, interverranno tra gli altri il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, il Presidente della Repubblica Centrafricana e lo speaker dell’Assemblea Nazionale Sudafricana, ma anche il filosofo Zygmunt Bauman. Nei giorni successivi si confronteranno, su rilevanti temi di attualità, rappresentanti di diverse confessioni cristiane, tra cui cardinali, patriarchi delle Chiese d’Oriente, il primate della Chiesa d’Inghilterra Justin Welby, ebrei dall’Europa e da Israele, musulmani, buddisti ed esponenti di altre religioni asiatiche. Saranno giorni di dialogo e riflessione per confermare il cammino dello “spirito di Assisi” in un mondo attraversato da conflitti e violenza di ogni tipo».

Riferendosi al vertice interreligioso ha parlato di “un incontro necessario” soprattutto in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo a causa delle minacce costituite dalla violenza diffusa, dal terrore e dalle guerre in corso in Medio Oriente e in Africa. Desidera chiarire la sua riflessione?
«Viviamo in un mondo di paura diffusa, per il crescere delle guerre, del terrorismo e della violenza. Ma proprio per questo c’è bisogno dello “spirito di Assisi”, che aiuta a confrontarsi, capirsi e imparare a vivere insieme e che è speranza per l’umanità. Nel messaggio inviato al nostro incontro che si svolgeva a Tirana, Papa Francesco ha scritto: “Mentre mutano gli scenari della storia e i popoli sono chiamati a confrontarsi con trasformazioni profonde e talora drammatiche, si avverte sempre più la necessità che i seguaci di diverse religioni si incontrino, dialoghino, camminino insieme e collaborino per la pace, in quello ‘spirito di Assisi’ che fa riferimento alla luminosa testimonianza di san Francesco”».

 “Ciò che abbiamo fatto oggi ad Assisi, pregando e testimoniando il nostro impegno per la pace, dobbiamo continuare a farlo ogni giorno della nostra vita.”. Il 27 ottobre 1986 nel discorso conclusivo dell’”Incontro interreligioso per la pace tra i popoli”, San Giovanni Paolo II esortava “a vivere il messaggio della pace, continuate a vivere lo spirito di Assisi!”. Trent’anni dopo, cosa è rimasto di quello “spirito di Assisi”?
«Trent’anni fa ad Assisi, Giovanni Paolo II disse anche: “La pace è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi”. La Comunità di Sant’Egidio sentì in quelle parole di Papa Wojtyla una vocazione a lavorare nel cantiere della pace, del dialogo e dell’amicizia tra le religioni e prese l’impegno di far vivere e crescere lo “spirito di Assisi” dopo quello storico evento. Così, anno dopo anno, con un grande incontro annuale e altre riunioni, quando se ne sentiva la necessità, in 30 anni abbiamo costruito una rete di rappresentanti di fedi e culture, appartenenti a oltre 60 Paesi diversi, nell’orizzonte della pace. Ne è nato un lungo pellegrinaggio che ha fatto sosta, di anno in anno, in diverse città europee e mediterranee: Roma, Varsavia, Bruxelles, Milano, Barcellona, Bucarest, Monaco, Sarajevo, Tirana, per citarne solo alcune. Sono gli stessi che si incontreranno ad Assisi dal 18 al 20 settembre, più alcune nuove presenze».

“Il modo con cui Papa Francesco si muove, ci pare un continuo riconoscimento del bene che c’è nell’altro e nella sua diversità. Per il Papa la Misericordia può innescare processi politici”, ha recentemente dichiarato Emilia Guarnieri Presidente della Fondazione del Meeting per l’amicizia tra i popoli.  La Misericordia quindi come metodo della diplomazia usato dal Santo Padre?
«Certamente la misericordia rappresenta per Francesco una bussola per orientarsi in questo mondo, attraversato da troppa violenza ed è una dimensione così importante per i cristiani, che il Papa ha voluto dedicarle un Giubileo straordinario. Ma la misericordia riguarda da vicino tutti i credenti, interrogati dall’anelito di pace che sale da tanti popoli, come dimostra anche la scelta del Papa di partecipare all’incontro internazionale di Assisi e di passare la giornata del 20 settembre con i leader delle altre Chiese e confessioni cristiane, con autorevoli esponenti dell’Islam, dell’ebraismo e delle religioni asiatiche. Il mondo ha bisogno di misericordia e attende molto da questa grande giornata di preghiera per la pace».