«Un condannato a morte è un modello per noi, modello di un cristiano che si affida a Gesù: questo è profondo». È il tributo del Papa al buon ladrone, che «si rivolge infine direttamente a Gesù, invocando il suo aiuto: ‘Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno’». «Lo chiama per nome, Gesù, con confidenza, e così confessa ciò che quel nome indica: ‘il Signore salva’, questo significa Gesù», ha spiegato Francesco al termine della catechesi dell’udienza di oggi. «Quell’uomo chiede a Gesù di ricordarsi di lui», ha proseguito: «Quanta tenerezza in questa espressione, quanta umanità! È il bisogno dell’essere umano di non essere abbandonato, che Dio gli sia sempre vicino».
«In questo modo – la sintesi del Papa – un condannato a morte diventa modello del cristiano che si affida a Gesù. Questo è profondo: un condannato a morte è un modello per noi, modello di un cristiano che si affida a Gesù e anche modello della Chiesa che nella liturgia tante volte invoca il Signore dicendo: ‘Ricordati… Ricordati…». «Mentre il buon ladrone parla al futuro – ‘quando entrerai nel tuo regno’ – la risposta di Gesù non si fa aspettare, parla al presente: ‘oggi sarai con me nel paradiso’», ha sottolineato Francesco sulla scorta del Vangelo di Luca. «Nell’ora della croce – ha proseguito – la salvezza di Cristo raggiunge il suo culmine, e la sua promessa al buon ladrone rivela il compimento della sua missione: salvare i peccatori». «Dall’inizio alla fine – a Nazaret, a Gerico, nella casa di Zaccheo – Gesù si è rivelato Misericordia, incarnazione definitiva e irripetibile dell’amore del Padre. Gesù è  davvero il volto della misericordia del Padre. E il buon ladrone lo ha chiamato per nome: Gesù». «È una preghiera breve, e tutti noi possiamo farla durante giornata tante volte – ha detto il Papa a braccio – Gesù, Gesù, semplicemente». «La facciamo tre volte tutti insieme? – la proposta ai 25mila fedeli presenti oggi in piazza, che hanno ripetuto con lui – Gesù, Gesù, Gesù». «E così fatela durante tutta la giornata», il congedo papale.