I giovani parlano del sinodo: “E’ bello che il Papa creda in noi. Anche se nel rapporto con la Chiesa ci sono punti deboli”

“I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. Queste tre parole poste una accanto all’altra sembrano creare un ossimoro, ma non si tratta di poesia bensì del tema della XV assemblea generale ordinaria del Sinodo che si terrà nell’ottobre del 2018. A proporre l’argomento è stato proprio Papa Francesco dichiarando l’intento di sollecitare i giovani così da poterli aiutare nel loro cammino esistenziale e rendendoli parte attiva nella costruzione della Chiesa e della società. L’obiettivo dell’assemblea sinodale sarà quello di accompagnare coloro che avranno in mano le redini del futuro in un processo di discernimento che permetta a ognuno di realizzare con gioia i propri progetti di vita.
Proporre un simile argomento, agli occhi di tutti delicato e allo stesso tempo complicato, è un atto coraggioso da parte del pontefice che già in passato si è rivolto ai giovani definendoli messaggeri di pace e rimproverandoli scherzosamente esortandoli ad alzarsi dal divano dei vizi. I veri protagonisti, però, cosa pensano di questa proposta?
Le reazioni a riguardo sono state diverse come diversi sono i desideri di ciascuno per un’occasione d’oro come questa. “In un mondo in cui si pretende troppo dai giovani, in cui ci hanno accollato gli errori di chi ci ha preceduto, in una società che ci rende sempre più insicuri, sapere che qualcuno ha a cuore il nostro cammino ci fa sentire importanti” descrive così Nicole, una ventunenne di Verdello, ciò che ha provato dopo aver ricevuto la notizia. Anche Mattia, prossimo al seminario, ammette che i giovani hanno bisogno di chiarezza, soprattutto nella vita spirituale. “Molto spesso – continua il giovane di Boltiere – abbiamo nel nostro intimo delle domande a cui non riusciamo a dar risposta perché non siamo guidati, non sappiamo a chi rivolgerci o semplicemente non abbiamo il coraggio di esprimerle. È importante essere accompagnati nei progetti che la vita ci riserva”. I giovani, però, non si limitano ad accogliere con entusiasmo il tema e provano a comprendere il motivo di tale scelta. Giada, una giovane dell’oratorio di Boltiere, commenta in questo modo la proposta del Santo Padre: “Penso che Papa Francesco abbia proposto questo tema perché i giovani sono il futuro della Chiesa e della società. Il fatto che il pontefice creda in noi e non si limiti a critiche sterili, ci rassicura molto”.
Venuti a conoscenza del tema, oltre ai sentimenti di gioia e di fiducia, non sono mancate le varie proposte lanciate dai giovani stessi. “L’obiettivo da porsi per il Sinodo del 2018 è quello di riscoprire i valori cristiani tra cui il matrimonio, la preghiera e la testimonianza”: questo è il parere di Laura, giovane appartenente all’unità pastorale di Verdellino-Zingonia, che non nasconde l’impegno che comporterà l’assemblea.
La riscoperta dei valori cristiani, l’allontanamento dalla fede e la figura del giovane laico sono gli argomenti che più stanno a cuore ai giovani, ma c’è anche chi vuole proporre un nuovo punto di vista. Cristian, un giovane della parrocchia di Cologno al Serio lancia un provocazione ben precisa:“Proviamo a chiederci perché alla GMG di Cracovia eravamo quasi due milioni di giovani, mentre in parrocchia si faccia così fatica a far capire ai ragazzi il vero significato dell’offerta cristiana. Solo così potremo capire ciò che stiamo vivendo”.
A una proposta così coraggiosa, ognuno di noi deve risponde con altrettanto coraggio e con l’entusiasmo che hanno i giovani come Giada, Cristian, Nicole, Mattia e Laura. Noi non siamo altro che dei semplici ragazzi in cammino per diventare uomini e donne in una società in cui spesso veniamo definiti “normali, nonostante la fede cristiana” come se essere credenti sia divenuto sintomo di un disturbo mentale. Essere cristiani, al giorno d’oggi, significa essere ribelli e folli perché solo i ribelli vanno controcorrente e solo i folli possono credere all’amore in un mondo costruito sulla legge del più forte. Ai noi giovani il compito di cogliere quest’occasione d’oro che vuole essere un primo passo di un lungo cammino per la realizzazione della nostra felicità e di quella del mondo intero.