Papa Francesco in Svezia per il 500° anniversario della Riforma: “Un viaggio ecumenico in periferia, dove i cattolici sono un piccolo gregge”

Secondo la tradizione luterana il 31 ottobre del 1517 Martin Lutero affliggeva sulla porta della Cattedrale di Wittemberg, in Sassonia le famose 95 tesi, gesto che diede l’avvio alla riforma protestante. Per commemorare il 500° anniversario della Riforma, Papa Francesco sarà a Lund in Svezia il prossimo 31 ottobre per prendere parte a una cerimonia congiunta, presieduta dal Pontefice, dal vescovo Munib A. Younan, presidente della Federazione Luterana Mondiale, e da Martin Junge, segretario generale della medesima Federazione, fra la Chiesa Cattolica e la Federazione Luterana Mondiale. Gianni Valente giornalista di “Fides” e “Vatican Insider” da noi intervistato, chiarisce: «La valenza del viaggio è ecumenica, cito la preghiera nella cattedrale di Lund e un evento pubblico nello stadio di Malmö, incentrato sul servizio comune alla carità, ci saranno anche momenti formali come l’incontro con i rappresentanti istituzionali, non mancherà l’incontro con la famiglia reale svedese. Ricordo che il Primate della Chiesa di Svezia è l’Arcivescovo di Uppsala, Antje Jackelén, una donna, la quale ha dichiarato di essere molto contenta che il Papa vada a Lund in un momento di grandi sfide globali, per “condividere la missione di annunciare il Vangelo con le parole e i fatti”. Nel 2015 Bergoglio aveva ricevuto in Vaticano l’Arcivescovo luterano svedese insieme a una delegazione della Chiesa evangelica-luterana di Svezia. Bergoglio lo scorso giugno durante il volo di ritorno dal viaggio apostolico in Armenia ha dichiarato: “Credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate. Era un riformatore”».

Per quale motivo la scelta è ricaduta su Lund, antica città universitaria tra le più vecchie ma non tra le più importanti delle 13 diocesi luterane del Paese? 

«Lund, chiamata “città delle idee”, fondata intorno al 990, era diventato un importante centro cristiano quando la zona della Contea della Scania, situata nella parte meridionale della Svezia dove si trova Lund appunto, apparteneva alla Danimarca. Il vescovo Asser era stato addirittura il primo Arcivescovo di tutta la Scandinavia, qui era viva una comunità francescana. Poi era arrivata la Riforma e tutto era cambiato. A Lund quindi c’era una forte tradizione cristiana e forse è per questo che è stata scelta come sede di questa importante celebrazione ecumenica la cattedrale di Lund».

Perché è stata scelta come teatro dell’evento proprio la Svezia, Paese nel quale, secondo le statistiche ufficiali del 2014, anche se il 64,6% dei cittadini svedesi si dichiara “luterano”, solo il 2% frequenta regolarmente il culto domenicale e dove i cattolici si aggirano intorno alle 137mila unità?

«Forse per la “prospettiva periferica” tanto apprezzata da Papa Francesco che andando ora in Svezia anticipa le celebrazioni ufficiali per il 500° anniversario della Riforma luterana, che si terranno nel 2017 principalmente in Germania. Francesco si reca in Svezia per offrire al mondo una prospettiva di sguardo cattolico su questo evento che non fosse troppo condizionato dagli aspetti un po’ “ingessati” che avverranno il prossimo anno. In Svezia vi è una minoranza di cattolici ma Bergoglio l’ha dimostrato più volte durante i suoi viaggi apostolici, anche nel più recente in Georgia, dove i cattolici erano un piccolo gregge nemmeno in grado di riempire uno stadio, non cerca le folle oceaniche. Del resto la condizione di diaspora di credenti è un tratto che accomuna tutte le società occidentali, non solo quelle nord-europee e Papa Francesco accoglie tutto ciò senza allarmismi, senza drammatizzare, ma come una condizione da accettare e che è meglio abbracciare in quanto tale e non nasconderla con truppe cammellate o con costruite adunanze oceaniche che risultano artificiali. Bergoglio intende invece sottolineare che ogni dinamica ecclesiale ha la sua sorgente nella Grazia di Cristo. In questo senso l’incontro con i luterani e con tutto il mondo protestante è interessante, ed è proprio questo l’accento sul quale punta il Santo Padre, il riconoscere che la Chiesa in sé non brilla di luce propria, qualsiasi cosa sia viva nella Chiesa lo è in forza della Grazia. E’ stato questo all’inizio il punto di conflitto tra la Chiesa Cattolica e la Riforma di Martin Lutero».

È vero che quella svedese è stata la prima Chiesa Luterana che nel 2000 ha rinunciato alla qualifica e allo status giuridico di “Chiesa di Stato”? 

«Non lo so ma in ogni caso questo fatto di aver rinunciato a godere dei vantaggi che possono derivare dall’essere “Chiesa di Stato” è un riconoscimento della propria debolezza e questo può essere salutare. Riconoscere quindi che tutto può rinascere come un nuovo inizio nutrito dal lavoro della Grazia».

L’evento congiunto della Federazione Luterana Mondiale (LWF) e della Chiesa Cattolica Romana intende mettere in evidenza i 50 anni di continuo dialogo ecumenico fra cattolici e luterani e i doni derivanti da tale collaborazione. Ce ne vuole parlare? 

«Nell’ultimo anno abbiamo assistito anche durante i viaggi papali, all’ecumenismo a tutto campo di Bergoglio che più che essere rievocativo e commemorativo del cammino fatto è soprattutto uno sguardo posto al futuro. Pensiamo all’incontro del Pontefice argentino con il Patriarca di tutte le Russie Kirill I, ai tanti incontri con Bartolomeo I Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, fino al recente incontro in Vaticano del Pontefice con il Primate della Chiesa Anglicana, Justin Welby Arcivescovo di Canterbury. È un ecumenismo quello di Bergoglio che vuole dire agli ortodossi e a tutte le religioni riformate di camminare insieme perché come ha sottolineato lo stesso Papa Francesco “i fratelli si rispettano e si amano”, ha concluso il Papa. Le parole e i gesti del Santo Padre sono dunque un incoraggiamento nel proseguire nel cammino verso l’unità dei cristiani. Camminando insieme magari si scopre di essere più uniti di quanto si credeva».

(Foto Osservatore Romano/Sir)