Senzacca: laboratori e progetti per una diversa normalità. Un convegno per offrire «Ad ognuno la sua storia»

«Ad ognuno la sua storia»: costruire esperienze generative per sostenere ed integrare i percorsi di vita delle persone con fragilità. Sarà questo il tema della tavola rotonda che si terrà sabato 26 novembre all’auditorium Centro Risorse in via Pietro Ruggeri da Stabello 34 a Bergamo. Obiettivo primario vuole essere quello di mettere al centro la persona, perché la disabilità per chi la vive in prima persona è normalità nella vita di tutti i giorni. Il progetto Senzacca, promosso dal comune di Bergamo e in co-progettazione con il consorzio Sol.Co, promuove laboratori e attività di inserimento lavorativo nel settore pubblico e privato che vanno dalle mansioni di segreteria, al servizio bar e ristoro. Due in particolare le attività su cui si concentra il progetto: la prima di acquisizione di abilità specifiche e la seconda di inserimento lavorativo vero e proprio al fine di mantenere le competenze acquisite. Anche il mondo dello sport si fa promotore di inclusione sociale. A tal proposito sabato, largo spazio durante la conferenza verrà dato al tema «sport e disabilità» con la testimonianza di Paolo Visconti, allenatore della squadra si calcio Strabalù Olimpia Agnelli dei ragazzi e disabili e di uno dei giocatori. Anche il reinserimento lavorativo di soggetti che hanno subito un danno permanente sarà oggetto del dibattito, come ha sottolineato Santa Picone dell’Inail: «Noi lavoriamo moltissimo anche su quelle persone più sfortunate che hanno subìto una menomazione  e che devono ritrovare capacità residue per essere reinserite nel loro posto di lavoro. Questo perché, pur non essendo in grado di svolgere tutte mansioni di prima, possono comunque rivelarsi un’importante risorsa per la ditta o l’azienda». Il mondo del lavoro, del tempo libero e dello sport possono quindi creare momenti di inclusione sociale non gestiti dai servizi sociali, dando la possibilità a persone con disabilità di essere valorizzate nell’ambito socio-occupazionale, fondamentale per intessere relazioni e per vivere la disabilità come una risorsa e non più solo come un bisogno.