Mai+violento: un uomo che maltratta può cambiare. Un progetto di Aeper

Mai+violento di Aeper è un progetto controcorrente. Il 25 novembre ricorre la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, promossa dall’Onu, e già il nome suggerisce il punto di vista più comune dal quale si guarda a questa emergenza: le donne che subiscono maltrattamenti fisici o psicologici. La Cooperativa sociale Aeper di Bergamo, dal 2011, si occupa anche dell’altra faccia della medaglia, ugualmente importante per capire quanto e in che modo si può prevenire il fenomeno.

Il progetto # Mai+Violento è rivolto agli uomini che usano violenza, attraverso un percorso che parte da un colloquio telefonico e in seguito può svilupparsi attraverso incontri di terapia individuale.

«Il punto di vista maschile viene spesso trascurato» spiega Matteo Cortinovis, psicoterapeuta responsabile del progetto «quando abbiamo iniziato, il nostro era l’unico centro in Lombardia a occuparsi di questi casi».

Il primo contatto, come accennato, è volontario e telefonico: il numero verde 800 121 939 raccoglie le richieste di aiuto degli uomini e serve per fissare un primo colloquio e in occasione della giornata del 25 novembre fino a venerdì i primi colloqui sono offerti gratuitamente.

La terapia proposta è frutto di un lavoro di equipe con la partecipazione di psicologi e psicoterapeuti «tutti con formazione specifica per la gestione di uomini violenti, seguendo l’approccio EMDR». Di cosa si tratta? «Questo approccio» continua il dottor Cortinovis «individua le esperienze traumatiche, anche inespresse, che spesso rappresentano i fattori di rischio che possono scatenare la violenza e insegna a gestirle meglio».

Infanzia difficile, violenze fisiche in famiglia, ma anche meccanismi psicologici più sottili – per esempio, la pressione esagerata del giudizio costante dei genitori – rendono un bambino più fragile e un uomo più esposto a problemi di questo tipo in futuro, se non gli si insegna a fare i conti con le proprie emozioni in modo corretto.

Un’ottica diversa da quella cui siamo abituati, come conferma anche Cortinovis: «Spesso si tende a identificare l’uomo violento con la “follia” o con situazioni sociali problematiche, ma non sempre è così: anche padri di famiglia e persone con un’ottima posizione sociale possono essere bisognosi di aiuto». Nei suoi 5 anni di attività, circa 35-40 persone si sono rivolte al numero verde e molte di loro hanno effettivamente intrapreso il percorso terapeutico. Alcune lo hanno già concluso e i primi dati sui risultati sono incoraggianti, con «il miglioramento dei livello di benessere e della capacità di gestione dell’emozione».

Per gli uomini, la lunga strada per risolvere il problema può partire anche da un hashtag e da un numero verde: #Mai+Violento.

Guarda il video girato da Matteo Bini per Aeper: