Il Romanino al Centro Culturale di Cologne: un fine settimana tra percorsi formativi, laboratori per bambini e conferenze per adulti

Il Romanino a Cologne. Sarà possibile ammirare il fascino dei dipinti di uno dei più importanti pittori lombardi del Cinquecento Girolamo di Romano detto «Il Romanino» in una particolare esposizione al Centro Culturale di Cologne in provincia di Brescia. Sarà un fine settimana all’insegna dell’arte quello di sabato 26 e domenica 27 novembre dalle 9 alle 12 e dalle 14.30 alle 18: sarà possibile infatti partecipare a un percorso formativo dedicato al Romanino e sulla sua opera «Scena Eucaristica» appartenente alla collezione Banco Popolare della Fondazione Credito Bergamasco con laboratori creativi per i bambini e conferenze per gli adulti.

L’opera «Scena Eucaristica» fu rintracciata in una collezione privata fiorentina a seguito di una segnalazione di Roberto Longhi che lo pubblicò attribuendolo al Romanino indentificando la Messa di Sant’Apollonio che richiamava un brano della «Legenda de sancto faustino e jovita», stampata a Brescia nel 1490. Sant’Apollonio era il quarto Vescovo di Brescia e dopo una lunga frequentazione del Cristianesimo, aveva convertito e poi battezzato i santi Faustino e Giovanita.

Girolamo di Romano, detto il Romanino (1484 circa-1566 circa), fu uno dei più importanti protagonisti del Rinascimento lombardo e in particolare della scuola bresciana. Nato a Brescia intorno al 1484, la sua prima formazione artistica richiama l’arte veneziana di Tiziano, Giorgione, l’importante pittore e incisore Albrecht Dürer e poi l’ambiente milanese con Zenale e Bramantino per l’uso evidente della prospettiva e la monumentalità delle rappresentazioni. Infatti, nel 1513 si trasferisce a Padova, dove nelle sue opere combina riferimenti a Tiziano e a Bramante e poi nel 1521, dopo essere stato a Cremona, inizia con il Moretto la decorazione della cappella del Sacramento nella chiesa di S.Giovanni Evangelista a Brescia, conclusa dopo essere stata interrotta nel 1545. Mentre negli anni 1531-1532 lavora a Trento anticipando l’arte barocca. Infine, negli ultimi anni della sua attività collaborò con il genero Lattanzio Gambara nella realizzazione di ante d’organo per il Duomo Vecchio e dei cicli nei Palazzi Averoldi e Lechi a Brescia. Tra le sue opere più famose ci sono: «Sant’Antonio da Padova» nel duomo di Salò, «La Crocifissione», «L’Incoronazione della Vergine con santi, influenzata dall’arte del Moretto, «Santa Maria della Neve a Pisogne» e la «Scena Eucaristica». Non solo, la Fondazione Credito Bergamasco metterà a disposizione gratuitamente i cataloghi della mostra dedicata a Romanino «Girolamo Romanino – il testimone inquieto» dell’ottobre 2015.