Ci si scrive sempre di meno. Le comunicazioni personali come le cartoline da luoghi di vacanza e le lettere più o meno d’amore sono state sostituite dalle relazioni smart via social network. Maggiore efficienza, probabilmente meno costi, ma molta magia in meno. I tempi in cui, come Charlie Brown, si aspettavano notizie da lontano con malcelata trepidazione sono stati spazzati via dalle condivisioni sul web e dalla messaggistica istantanea, che avranno sì azzerato le distanze spazio-temporali, ma aumentato infinitamente quelle relazionali. “C’è posta per te” è rimasto un programma tv, dopo aver smesso di essere una constatazione materna, con un mezzo sorriso, rivolta ad adolescenti trafelati. Ricordo in quarta ginnasio una compagna di scuola che aveva il moroso militare: imbucava una lettera al giorno, ogni mattina prima di andare a prendere l’autobus in quello che era diventato quasi un piccolo rito, con la speranza di trovare nel pomeriggio un’analoga missiva ad attenderla. Oggi, per dire che ci si pensa vicendevolmente basta Whatsapp, ma è un pensiero così breve che non serve nemmeno farne prima una brutta copia su un foglio a quadretti. Stesso discorso per le lettere ai parenti che non si vedevano spesso: con la cugina Carla, emigrata in Venezuela decenni prima, mia nonna paterna intratteneva una fitta corrispondenza mensile fatta di fogli di carta velina, giacché pesava meno, e una grafia allungata scritta sempre con la penna blu. Di cosa si parlava? Piccole cose quotidiane, forse persino buone cose di pessimo gusto, ma a rileggere la freschezza e la genuinità di certe descrizioni ci si chiede cosa resterà di milioni di dati affidati e persi nel mare magnum di internet. Comunque, in sintesi, stante la diffusa atrofia delle comunicazioni e il tramonto del rapporto epistolare tanto caro a letterati e biografi, le buche delle lettere sono sempre più vuote. Ormai, rientrando a casa, basta un colpo d’occhio per capire di che natura è il pezzo di carta che spunta dalla fessura: se c’è una busta di solito è una bolletta, se è colorata è una pubblicità, se è ricoperto di nylon è il giornale, se è uno scontrino (che giace arrotolato su se stesso sul fondo) è una raccomandata. Tutto questo comporta una riduzione di attività anche per i portalettere, una volta presenza amica e capillare di ogni paese e di tanti quartieri cittadini. I postini di zona erano quelli che non lasciavano mai lettera senza destinatario, perché conoscevano tutti e a tutti sapevano risalire. Negli ultimi anni pressanti esigenze di bilancio hanno però portato a una turnazione massiccia che inibisce la conoscenza del territorio, a un servizio a singhiozzo che penalizza anche la consegna dei nostri settimanali e a una diversificazione dell’offerta che qualche volta lascia margini per sviluppi interessanti. Magari prendendo spunto da esperienze similari. In Finlandia, la società statale delle poste finlandesi, che si chiama Posti, passa un momento difficile. Per l’amministratore delegato Heikki Malinen, l’utilizzo della posta elettronica ha ridotto la quantità di consegne postali ai livelli degli anni Sessanta. Secondo quanto riportato dal “Post”, solo nel 2015 il numero di lettere e pacchi consegnati in Finlandia è diminuito di 102 milioni e a questo calo è corrisposta una perdita di ricavi di 75 milioni di euro. Con conseguenze enormi sul piano dell’occupazione: nel giro di due anni sono state licenziate più di 11mila persone. Così, la società ha deciso di inventarsi un’offerta alternativa, proponendo alcuni suoi addetti appositamente formati come assistenti agli anziani per fare delle passeggiate all’aperto. Disponibile da gennaio prossimo, il servizio potrà essere prenotato per una o due volte a settimana, con passeggiate di mezz’ora o un’ora. I costi? Non così economici: per quattro passeggiate da 30 minuti la tariffa è di 69 euro. L’idea alla base dell’iniziativa, pur nei limiti del caso, è di per sé apprezzabile: mettere a disposizione un compagno di viaggio per coloro che, stante gli acciacchi dell’età e le strade insicure per la neve e il ghiaccio, hanno paura a uscire di casa da soli a rischio di cadute. Ma i postini finlandesi saranno davvero contenti di trasformarsi in badanti?