“Papa Francesco. Come Dio comanda”. Il ritratto dell’uomo Bergoglio

“A Buenos Aires ero sempre in strada. Cambiare di abito mi costa un po’, però uno poi si abitua. L’unica cosa che mi piacerebbe è poter uscire un giorno senza che nessuno mi riconosca e poter andare in una pizzeria a mangiare una pizza”.

È una delle tante frasi di Jorge Mario Bergoglio contenute nel documentario “Papa Francesco. Come Dio comanda” trasmesso da Sky Atlantic HD e disponibile su Sky On Demand. La “webserie verticale” pensata e realizzata per la visione sugli smartphone racconta, in cinque puntate, un lato poco conosciuto di Papa Francesco, sia nella sua dimensione umana, sia nei suoi accenti più innovativi.

A tu per tu con il Papa

Il punto di vista è a tu per tu con il Pontefice, grazie a documenti audio esclusivi, raccolti da Padre Antonio Spadaro (scrittore, teologo e direttore della rivista “La Civiltà Cattolica”), e alle immagini, alcune inedite, girate dai fedeli con i propri smartphone che hanno incontrato il Santo Padre durante i suoi viaggi a Rio de Janeiro, Philadelphia, Tacloban, Istanbul, Ciudad Juárez, e alla mensa dei poveri di Assisi.

Prodotto da 42° Parallelo per H24 e ideato e scritto da Diana Ligorio, in collaborazione con Salvatore Mazza, per lunghi anni vaticanista di “Avvenire”, e Padre Antonio Spadaro, il documentario, a poco più di una settimana dal 17 dicembre, giorno dall’ottantesimo compleanno del Pontefice, svela Bergoglio in una doppia ottica. Quella del Papa stesso, attraverso una lunga riflessione inedita sul suo pontificato, sul suo ministero, sulla Chiesa raccontata in tre interviste, in spagnolo, nella sua lingua madre.

“Ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve”

“Io ho la sensazione che il mio pontificato sarà breve: quattro, cinque anni. È come una sensazione un po’ vaga… magari non è così… ma ho come la sensazione che il Signore mi ha messo qui per poco tempo. Però è una sensazione, per questo lascio sempre le possibilità aperte”. La voce fuori campo di Papa Francesco, così immediata e diretta, sembra rivolgersi a ogni spettatore, rendendo in tal modo il documentario ancora più coinvolgente ed emozionante. “Quando arriva, un capo di Stato deve essere accolto con la dignità e il protocollo che merita. La verità è che con il protocollo ho un sacco di problemi… ma va rispettato. Sai che differenza c’è tra il terrorismo e il protocollo? Che con il terrorismo si può negoziare!”.

Dentro la profondità del pensiero di Papa Francesco

Dunque un viaggio nel lato più personale e meno conosciuto di Papa Francesco: la sua dimensione umana, fatta anche d’interrogativi, si mescola con la parte innovativa, dagli accenti rivoluzionari. Un ritratto che, attraverso le parole stesse del Santo Padre, porta lo spettatore in maniera autentica dentro la profondità del suo pensiero e della sua fede. “Siamo caduti in un peccato d’idolatria, idolatria del denaro. Per questo affanno di avere di più, di desiderare di più, tutta l’economia si muove scartando, curioso, eh? C’è una cultura dello scarto. Si scartano gli anziani, non servono, non producono, sono una classe passiva. Ora si scartano i giovani, con la disoccupazione. Mi preoccupa molto l’indice di disoccupazione attuale. E scartando i giovani e gli anziani, si scarta il futuro di un popolo. Perché loro sono il futuro di un popolo”.

A quasi quattro anni dalla sua elezione al soglio di Pietro, il pontefice giunto “dalla fine del mondo”, che sta modificando anche dal punto di vista mediatico il volto della Chiesa cattolica che credevamo di conoscere bene, ci sorprende ancora una volta con la sua franchezza e immediatezza. “A me succede che quando provo delle emozioni mi chiudo e la cosa si cucina a fuoco lento, no? E poi appare. Io mi difendo molto dalle emozioni, perché… non so… per pudore, pudore machista…non so…”.

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