«Viandanti della fede» in Seminario: abbiamo raccolto la sfida di proporre la preghiera ai giovani

Pregare è da sempre una delle azioni più complesse che un essere umano possa fare e le argomentazioni a riguardo sono innumerevoli. La preghiera ci mette in una posizione scomoda perché ci chiede di rivolgerci a Dio per implorarne l’aiuto e al giorno d’oggi, in un mondo in cui ognuno di noi è stato educato per camminare sulle proprie gambe senza concedersi la minima fragilità, mostrare le proprie debolezze è diventato sintomo d’incompetenza. A spezzare questa rigida routine è il terzo venerdì del mese in cui i giovani si concedono una serata diversa ritrovandosi nella chiesa Ipogea del seminario per l’appuntamento di scuola di preghiera.
Organizzata da don Carlo Nava, la scuola di preghiera (chiamata anche SdP) è una tradizione che quest’anno ha voluto rinnovarsi coinvolgendo alcuni giovani nella preparazione. A ognuno di loro sono stati assegnati diversi incarichi e Valeria, ventun anni e originaria di Boltiere, ha assunto il ruolo di promotrice.
«Il mio compito è quello di incentivare i ragazzi alla partecipazione -spiega la giovane- Ogni vicariato ha circa due o tre promotori che si occupano di spiegare e pubblicizzare l’evento così da spargere la voce in tutte le parrocchie». Valeria continua il suo racconto confessando che inizialmente non avrebbe voluto assumersi nessuna responsabilità ne tantomeno far parte di un progetto così ampio, ma spiega anche come non sia stato possibile tirarsi indietro dopo aver capito l’entità delle proposte diverse, alternative e coinvolgenti che la scuola di preghiera avrebbe offerto. «Assumendomi questo incarico, il mio obiettivo è quello di avvicinare i giovani alla preghiera. Pregare non è assolutamente facile, ma se si fa insieme, come a scuola di preghiera, tutto diventa più semplice e meno macchinoso».
Il rinnovamento di scuola di preghiera passa per i giovani che, oltre a mettersi in gioco organizzando e promuovendo l’evento, sono anche coloro a cui è dedicato questo terzo venerdì del mese ed è per tale motivo che è stato specificato un target d’età che va dai diciassette ai trentacinque anni. L’aria di novità è stata avvertita anche al primo incontro che ha ottenuto dei risconti positivi. «Il primo appuntamento di scuola di preghiera ha avuto degli ottimi riscontri. I giovani partecipanti erano numerosi e uno dei momenti che più è piaciuto è stato quello in cui gli organizzatori hanno messo in scena i pensieri di un comune ragazzo recitando per una decina di minuti» spiega Valeria.
I giovani, è risaputo, non hanno un buon rapporto con la preghiera e spesso i ragazzi non sono nemmeno invogliati a pregare. Secondo Valeria, però, una soluzione c’è: «Purtroppo ai giovani non viene più insegnato come avvicinarsi a Dio ed è per questo che lo si deve fare gradualmente, passo per passo. I gruppi d’ascolto organizzati dagli oratori e la scuola di preghiera sono degli ottimi punti di partenza per chi desidera riavvicinarsi a Cristo con la propria preghiera. Scuola di preghiera è un incontro con se stessi prima che con Dio perché solo avendo coscienza di sé si può star bene con il mondo che ci circonda e far crescere la propria spiritualità».
Momento di condivisione di dubbi, pensieri e non solo di preghiera, il terzo venerdì del mese è un appuntamento che merita di essere segnato in agenda tanto che Valeria decide di lasciarci con una provocazione: «Gli unici che sono autorizzati a non partecipare sono i giovani che non hanno dubbi e quali giovani non ne hanno al giorno d’oggi?».