La Madonna tra parlare e tacere

Parlare o tacere: anche questo è un dilemma

È uno dei problemi che si presentano più di frequente sia nella routine della vita quotidiana che nei vari momenti più cruciali delle vicende umane. Ed è un problema non da poco. Come spesso succede, in dilemmi di questa portata, la saggezza umana, meditando sull’esperienza, ha proposto la soluzione sotto la forma di proverbi che son diventati patrimonio culturale dell’ umanità di ogni tempo. Ma bisogna fare attenzione, perché i proverbi su uno stesso tema sono più di uno, spesso perfino in contraddizione tra loro, sempre comunque da prendere nel loro insieme.
Per esprimere, ad esempio, l’idea che il silenzio è un valore ed è particolarmente prezioso, un primo proverbio dice che il silenzio è d’oro. Da qui l’impegno di ogni educatore a convincere e a formare persone capaci di tacere e di riflettere.
Ma poi qualcuno, sempre sulla base dell’esperienza. fa osservare che il silenzio sarà pure d’oro del più fino, ma un bel tacer non fu mai scritto. A dire il vero, molti usano anche questo proverbio per incitare a tacere, ma sbagliano. Questo detto significa che il silenzio, prezioso quanto si vuole, alla fine non lascia traccia. Per lasciare traccia infatti bisogna che le cose siano dette o scritte.
Allora viene a proposito il Qoelèt secondo il quale “c’è un tempo per tacere e un tempo per parlare” (Qo 3, 8). Questa è addirittura parola di Dio!.
Ma, anche quando è il caso di parlare, la persona saggia suggerisce di pensarci due volte prima di parlare, e, se si è arrabbiati, fino a dieci volte. E poi, comunque, è sempre meglio parlare poco, perché, per S.Agostino “in multiloquio stultitia”, se si parla molto non si evita la stoltezza, con tutto quello che di grave ne consegue, compresa la morte fisica o morale dell’uomo, perché si sa che, per stoltezza o per cattiveria, “ne uccide più la lingua che la spada” (Sir 28, 18).

Maria maestra di vita interiore

Mi vien da proporre questa riflessione appena dopo il tempo di Natale, perché, nel Vangelo e visivamente anche nel Presepio, in questo tempo, la Madonna ci è stata più volte presentata raccolta in silenzio a meditare nel suo cuore le cose che vedeva e che udiva. Già all’Annunciazione, l’Angelo per portarle il messaggio della sua vocazione era “entrato da lei”, segno evidente che non era una gironzolona, sfaccendata e pettegola. ma era dentro casa e, soprattutto, dentro di sé nella sua cella interiore.
Non si dimentichi che anche lei ha capito tutta la profondità del mistero solo dopo la risurrezione del Signore. Prima, anche lei ha continuato, come nell’Annunciazione, ad interrogarsi su ciò che le succedeva intorno: “Che senso ha questo? Come è possibile”. Però, man mano che andava avanti, grazie ai suoi silenzi, usciva nei suoi “fiat” e prorompeva in un sempre più consapevole e convinto “Magnificat”.
Quindi: esperienza, silenzio e parola. Non per niente, in questi tre pilastri su cui si basa solidamente la persona saggia, Maria è vista, proposta e invocata come Vergine prudente, Vergine che, dopo aver visto e udito, sa dosare il tacere e il parlare e poi l’agire e lo insegna anche a noi che le siamo stati affidati come figli.
Preghiamo la Virgo Prudens perché intervenga a favore degli uomini e delle donne di oggi. Ne abbiamo estremo bisogno. È infatti quanto mai vera anche oggi l’osservazione di Geremia che “il mondo è tutto nella desolazione perché nessuno più riflette nel suo cuore” (Ger 12, 11 vulg.).