“La mia vicina di casa, malata e anziana, sta attraversando una grave crisi di fede”

Conosco una mia vicina di casa. Sta viaggiando verso gli ottant’anni. Mi ha confidato di attraversare un momento di grave crisi di fede. Mentre la vita sta finendo, si spegne quello che le dà un senso alto e bello. Sono rimasta stupefatta e, lo devo confessare, anche un po’ spaventata. Tu che ne pensi? Egidia

Non spaventarti e non meravigliarti, cara Egidia: il cammino di fede non si arresta mai e, anche verso il tramonto della vita, attraversa tratti di oscurità. Ti dirò di più: a dire dei santi – che di fede se ne intendevano – mentre ci si avvicina alla sera della vita, le prove possono essere più “violente”, insistenti, serie.

Quando la vita finisce le tentazioni aumentano

La persona, infatti, indebolita dalle forze fisiche, provata dalle vicissitudini della vita, può sperimentare la fatica di continuare a confidare nella fedeltà di Dio. Non solo! Talvolta può provare resistenza, persino, nel credere che, così come è, continua ad essere preziosa agli occhi di Dio, chiamata a compiere ancora piccoli e grandi passi nella fede e nell’abbandono in Lui. Come Abramo, nostro padre nella fede, si ritrova ancora senza il frutto della promessa, nonostante siano passati molti, molti anni. Così il dubbio, il sospetto possono insinuarsi nel cuore: “Dio, dove è stato nella mia vita?”, “Valeva la pena?”, “Mi trovo povero e peccatore!”… Il poco o il molto bene o male compiuti pesano sulla coscienza; le ferite della vita, ancora sanguinanti, ci ricordano ingiustizie e torti subiti, opportunità perdute… La povertà dei propri meriti spaventa, la paura può insorgere e farla da padrona. La prova, allora, mette a “soqquadro” gli angoli più intimi della propria esistenza, dove ciascuno vive la personale relazione con il suo Dio. È l’ultima tentazione della vita, la più dolorosa!

Il “nemico dell’umana natura”, infatti, attende al varco dell’esistenza per “giocare la sua ultima carta” puntandoci, davanti a Dio, il suo dito accusatore.

Lo smarrimento in croce di Gesù

Anche Gesù, alla fine della sua vita, ha affrontato la prova più difficile e sofferta, quando, proprio pochi istanti prima di spirare, in una straziante sofferenza fisica e morale, affrontò, dall’alto della croce, il sarcasmo e gli insulti dei sottostanti che lo invitavano, in nome della sua figliolanza del Padre, a scendere dalla croce. Pesante e subdola fu quella tentazione annunciata, a suo tempo, subito dopo le tentazioni nel deserto. Scrive l’evangelista: “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato (Lc.4, 13).

Guardando al nostro Maestro, troviamo il coraggio di attraversare con Lui questa possibile fase della vita; affidandoci a Lui, come a un esperto timoniere, siamo sicuri di giungere al porto sospirato. Egli, infatti, ci invita a non temere le prove oscure della fede, poiché esse, purificando il nostro cuore, ci donano la grazia di scoprire e di liberare il vero volto del Padre buono, per poterci abbandonare con serena fiducia alle sue mani.

Allora anche il cammino verso “gli ottant’anni” può divenire un’occasione preziosa per riconciliarci con la nostra vita, la nostra storia e scorgervi i tanti tesori di bene ricevuti da Dio e dai nostri fratelli.

Il nostro ultimo “Sì” a 12Dio sarà, così, un totale atto di fiducia nella sua bontà, nella sua misericordia, nel suo amore.