La strana immagine: Gesù “agnello di Dio”

Immagine: Francisco de Zurbarán (1598–1664), Agnus Dei,  San Diego Museum of Art

In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: “Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: ‘Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me’. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele” (Vedi vangelo di Giovanni 1, 29-34).

Per leggere i testi di domenica 15 gennaio, seconda dell’anno “A”, clicca qui

Giovanni e l'”Agnello di Dio”

Dunque, Giovanni vede venire verso di sé Gesù e dice: Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! È molto probabile che l’immagine alluda all’Agnello pasquale. È da ricordare come questa immagine sia molto presente nel vangelo di Giovanni: il giorno della morte (Gesù muore il giorno in cui si sacrificavano gli agnelli per la pasqua ebraica), il particolare delle ossa intatte (come l’agnello pasquale) e inoltre la centralità della festa di pasqua lungo tutto il vangelo.

L’agnello che Giovanni segnala toglie “il peccato del mondo”. “Il peccato” non “i peccati”. È del tutto probabile che si tratti del peccato che si identifica con le tenebre di cui ha parlato Giovanni poco prima, nel prologo: cioè il rifiuto della Parola, la chiusura del “mondo” su di sé. Nel battesimo come descritto qui sembra che sia stato il solo Giovanni a vedere Dio che si manifesta e parla… Lui ha visto ed è lui che la racconta. Il senso della scena è però lo stesso: Gesù è “investito” dall’alto. Il Messia atteso è lui.

L’agnello non fa mai violenza, la subisce sempre

La strana, affascinante immagine dell’agnello. L’agnello è l’animale che non uccide mai: viene sempre ucciso dagli altri animali o dall’uomo. L’Agnello di Dio “si mette al posto” nostro e subisce sempre violenza e la subisce soltanto: sia al posto di chi ha colpa e sia al posto di chi non ne ha. Nessun agnello è debole come lui. È un agnello sgozzato e per questo egli è l’immagine riuscita di un amore senza ombre. “Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato” (Apocalisse 5, 6).

“Ecco”. La necessità di vedere e toccare

Non solo Gesù è un agnello immolato ma il Battista lo mostra, lo fa vedere. Ci si conferma dunque anche in questo vangelo che la fede cristiana è necessariamente esperienza, vedere. La comunità cristiana è troppo spesso il supermercato dove si va a prendere una messa per i propri defunti, un funerale, quando serve, un battesimo per i propri figli… Non è più la fraternità di coloro che si incontrano tra di loro perché si sono incontrati con il Signore. Per questo abbiamo bisogno, continuiamo ad avere bisogno di qualcuno che ci segnali: ecco l’Agnello di Dio, che ci inviti a fare l’esperienza, a vedere, ascoltare, toccare.