Il cantiere del teatro: 1700 studenti coinvolti dai progetti educativi del Donizetti

Tante sorprese con la stagione di prosa del Donizetti, come i progetti de “Il cantiere del Teatro” al quale hanno aderito ben 12 istituti scolastici per un totale di 1700 studenti coinvolti. «Programmare una stagione teatrale non significa solo realizzare un cartellone di qualità, ma anche costruire attorno agli spettacoli progetti di approfondimento formativo dedicati ai giovani» ha sottolineato l’assessore alla cultura Nadia Ghisalberti. Tra i progetti portati avanti grazie al contributo dell’assessorato alla cultura del comune di Bergamo e alla fondazione Istituti Educativi di Bergamo, ricordiamo il progetto «Human», dal nome dello spettacolo portato in scena a gennaio da Marco Baliani e Lella Costa. I ragazzi dei licei hanno avuto la possibilità di incontrare i richiedenti asilo politico presenti sul territorio bergamasco grazie alla collaborazione della cooperativa Ruah. “La pazza della porta accanto” è stato invece l’altro progetto che ha permesso ai ragazzi di approfondire la problematica del disagio psichico con la collaborazione del Tavolo di Salute Mentale. “Progetto Ivan”ha permesso invece di avvicinare i ragazzi ad uno dei grandi capolavori della letteratura russa, “Ivan” per l’appunto, tratto da “I fratelli Karamazov” di Dostoevskij, grazie agli incontri nelle scuole curati da docenti e collaboratori della sezione di Slavistica del Dipartimento di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Bergamo. Sviluppo degli strumenti di lettura critica invece con il progetto “Il berretto a sonagli”, mentre un progetto di formazione teatrale è stato pensato per i giovani dai 18 ai 26 anni, chiamato “Progetto Young” e giunto quest’anno alla seconda edizione. Come ha sottolineato Alberto, uno dei ragazzi che ha partecipato al progetto: «Il teatro non è solo l’arte di recitare ma è anche un gioco, infatti noi grazie a questo progetto prima di tutto ci divertiamo, agiamo e viviamo, proprio perché l’arte è vita e senza di essa non si va da nessuna parte». Una classe del liceo Betty Ambiveri di Presezzo ha invece portato avanti un laboratorio intorno alla percezione di luoghi e spazi visti dal punto di vista dei giovani nati da genitori stranieri e dagli anziani residenti in quei medesimi luoghi dal titolo «Mi chiamo Aram e sono italiano». Un laboratorio per tecnico di palco è invece stato proposto ai ragazzi dei licei in collaborazione con la Sas (servizio assistenza sale cinematografiche),mentre la IV H del liceo artistico Piero Manzù ha portato avanti un progetto legato alla comunicazione tramite interviste agli attori e la loro diffusione sui social. Due infine i progetti di alternanza scuola lavoro: “Buona la prima” con approfondimenti sullo spettacolo “Ivan”, realizzati dai ragazzi del Sarpi e “Il Palcoscenico” con gli studenti del Lussana, il quale prevede un lavoro di formazione per le professioni di fonico, illuminotecnico e macchinista di palcoscenico.