Hanna, volontaria Sve dall’Austria a Bergamo: “Vi racconto la mia adorata bambina terribile”

Torna la nostra rubrica #Vieniviaconme che racconta esperienze dei giovani del Servizio di Volontariato europeo, in collaborazione con Aeper. Hanna Marte, volontaria arrivata a Bergamo dall’Austria, che sta collaborando ai progetti dedicati ai minori di Aeper, oggi racconta la sua esperienza quotidiana in comunità, e la sfida di incontrare e stare vicina ai bambini in difficoltà.

Mi piace il mio lavoro attuale, davvero, ma non è di certo un compito tranquillo: ogni volta è una sfida. La maggior parte dei ragazzi ha un sacco di sbalzi d’umore. Così ogni giorno è completamente diverso dall’altro perché non sai mai se sono felici di vederti, se non si preoccupano neppure che ti presenti o peggio ancora. Sì … può essere anche peggio.

Spendo un sacco di tempo con la nostra bambina più piccola in questo momento. Questa bambina è a mio parere l’osso più duro che abbiamo nella comunità. Usa un sacco di parolacce e può anche diventare violenta. Il suo umore cambia così in fretta che raramente siamo preparati ad affrontarla. Ma, come se si trattasse di un miracolo … non ho mai avuto problemi con lei. Mi ha seguito ed è stato bello per me dato che per la maggior parte delle altre persone fino a due settimane fa era letteralmente un disastro.

Era malata e penso che è stata questa la ragione per cui è stato più difficile del solito. Una volta stavo giocando a UNO con lei e quando non vince, dice sempre: “Non hai detto UNO, devi prendere altre due carte” per lo più lo faccio e mi rendo conto che non è probabilmente la scelta pedagogica giusta. Una volta le ho detto è ormai era ora di pranzo e così le ho detto che avremmo potuto giocare ancora un po’ dopo aver mangiato. Beh, non è stata una mossa intelligente da parte mia perché dopo che ho ottenuto un mazzo di carte UNO gettato in faccia. Ho dovuto concentrarmi per mantenere la calma così non le ho detto nulla e ho iniziato a raccogliere le carte da terra. Neanche un secondo dopo la bambina si è pentita di quello che ha fatto e della sua decisione e ha iniziato a dire “Scusa! Ti voglio bene Hanna! Faccio io le carte! Siediti vicino me a tavola! ”

Questo comportamento ribelle è proseguito per tutta la settimana. E’ passata dal versare il té sopra il fornello a gas a insultarmi – ho ottenuto il completo programma probabilmente, tutto quello che non ho avuto prima e quello che le altre persone prima di me hanno dovuto gestire. Ho iniziato a pensare di aver fatto qualcosa di sbagliato, di non piacerle più, e non sono mai stata più felice che sia arrivato il fine settimana, così ho potuto stare lontano per due giorni.

Avevo un po’ paura di tornare a lavorare di nuovo, ma quando sono arrivata il lunedì mattina era tutto di nuovo come prima. Come se nulla fosse accaduto. Per me è stata davvero una buona lezione e ho imparato che cosa significa realmente lavorare con i bambini in difficoltà. Per quanto possa sembrare sciocco, ora sono emotivamente preparata, se accadrà di nuovo so cosa fare, e dall’esperienza che ho avuto fino ad ora so già che lo farà.