La politica sta troppo spesso altrove. La mancata discussione sul testamento biologico

Tutti a gridare “una legge subito”

Emozioni a non finire sul caso Fabo. E tutti a fare a gara per chiedere una “legge subito”. Sulla spinta dell’emozione la legge sul testamento biologico arriva in aula a Montecitorio presto: lunedì 13, pochi giorni dopo la morte di Fabo. Ma la delusione è grande: sono presenti in tutto venti parlamentari. Aula vuota, praticamente. Ci sono, ovviamente, ragioni che possono giustificare un’assenza così massiccia. Ma l’esiguità del numero dei parlamentari presenti rispetto alla gravità del problema impressiona.

L’incerto principio della libertà di coscienza dei parlamentari

Oltre a questo, un altro dato è emerso, sempre in rapporto al tema. Diversi partiti hanno annunciato che lasceranno “libertà di coscienza” ai propri parlamentari. Ognuno voterà come crede, secondo coscienza, appunto.

Sono due eventi che dicono in maniera forte come sia difficile sposare un delicatissimo problema morale con la politica. L’aula di Montecitorio vuota dice, causticamente, che gli interessi degli uomini politici stanno altrove. Ma la stessa cosa lo dice la libertà di coscienza concessa ai parlamentari. Perché un partito che discute su tutto e si fa un’opinione su tutto non riesce a farsela sui problemi relativi a cosa permettere e cosa interdire quando è in gioco la vita umana. Ora è banale ricordare che se tutto è politico, lo è anche la legge sul biotestamento. E invece, ancora una volta, la politica sta altrove.

La politica fuori gioco

Solo che se la politica sta troppe volte altrove e su problemi di questa portata rischia di apparire sempre altrove. E questo è un male perché i problemi non vengono risolti ed è un male perché la politica continuerà a disamorare i cittadini.