Gesù, le donne, la samaritana. Un pozzo ci attende

La terza domenica di quaresima Gesù si ferma al pozzo di Sicar e parla con la Samaritana che non è una donna esemplare. Ma forse proprio per questo Gesù la ascolta e le parla. Secondo te, quali sono le “samaritane” moderne che potrebbero fermarsi ai moderni pozzi di Sicar? Angela

Cara Angela, Gesù, il profeta di Nazaret, mostra nel Vangelo una particolare attenzione e sensibilità verso le donne, a quel tempo escluse da ogni diritto e, paradossalmente, verso quelle più emarginate per indubbio profilo morale. La Samaritana ne è un esempio eloquente.

Le donne di oggi, ancora vittime

Certamente si sono compiuti molti passi in avanti a favore dell’emancipazione della donna ed essa ha assunto un ruolo attivo e propositivo nella società, nei diversi ambiti di studio, professionalità, potere. Come però notiamo dalle notizie che ci raggiungono dal piccolo o grande mondo, il cammino è ancora assai arduo. Assistiamo a un incalzare di violenza che si compie nel privato, tra mura domestiche o nei luoghi pubblici, che continuano a ferire e deturpare la sua dignità. La donna è ancora vittima della prostituzione e della tratta, considerata oggetto di piacere e valutata in relazione alla sua bellezza fisica. La pubblicità la svende e le propone uno stile di vita fondato sull’apparenza e sull’illusione di una vita ideale, disincarnata, e di basso profilo. Essa si presta ad affittare il proprio corpo per una presunta maternità a beneficio di ignoti, che possano soddisfare il desiderio di generatività.

Se poniamo lo sguardo al mondo globale vediamo file interminabili di donne che emigrano ed approdano con i loro bambini nei nostri paesi occidentali, attratte dalla speranza di un futuro migliore, che offra pane, sicurezza e pace. Ancora oggi ci sono donne ferite dalla guerra, dalla sofferenza, dalla solitudine, dallo sfruttamento; donne senza lavoro, sole e tradite, malate, o chiuse nella propria autosufficienza.

Gesù attento alle donne

Il “pianeta” donna, ieri come oggi, è l’interlocutore ideale e prossimo di Gesù. La Samaritana è una donna, ma è anche figura dell’umanità, che in questo cambio di epoca, ci trova un po’ tutti in cammino a volte con passo lento altre volte con piedi veloci, verso un pozzo che disseti l’arsura, che faccia intravedere un’ oasi di acqua lussureggiante. Gesù ha incontrato la Samaritana a un pozzo, luogo di incontro, in cui la donna, l’umanità, si fa bisognosa e mendicante, assetata e stanca, per aprirsi a un dono. E Dio, ancora come quel giorno, attende l’incontro.

Le samaritane di oggi

Mi piace pensare che le samaritane moderne siano le donne, senza offesa a nessuna, sia l’umanità con la sete di senso e di verità, con un bisogno di certezza dentro una incertezza e marginalità diffuse, e soprattutto dentro un bisogno di relazione inappagato. C’è un pozzo che attende, con un uomo-Dio che solo può donare l’acqua viva che disseta: occorre sostare presso quel pozzo per ascoltare, entrare in dialogo con Lui e intrecciare desideri, bisogni, nostalgie, illusioni, sogni, dentro quel desiderio di salvezza sottaciuto nei cuori di ogni donna.

La frenesia del vivere, l’appagamento dei bisogni immediati e materiali, la fatica di provvedere alla famiglia, soffocano la dimensione dell’interiorità, del rimanere a contatto con sé, con quella realtà profonda che è sete di infinito nato nel cuore di ogni donna. È l’interiorità che parla di bellezza, di armonia, di sensibilità di vita che vuole fiorire: quella vita che la donna porta inscritta anche nel proprio corpo. Dio ama e riconosce questa bellezza, perché lui l’ha posta in ogni sua creatura. “E vide che era cosa molto buona”! I templi moderni offrono cisterne d’acqua screpolate che dissetano solo per un momento e moltiplicano i bisogni lasciando un’ amarezza incolmabile. Il bisogno rimane inappagato, la sete non si estingue, occorre fare la fatica di cercare il pozzo giusto per attingere l’acqua della vita.

È l’ora per la donna e per l’umanità

Occorre riconoscere che è l’ora per la donna e l’umanità, in cui tornare al pozzo vero portando la brocca della propria esistenza! È ora che le donne si incontrino  lì, in quest’ora calda del nostro tempo, dove il Signore continua ad attenderle, per cercare insieme, tessere relazioni buone, condividere le bellezze e le ansie della vita. Li possono porsi le domande essenziali di cuori pensanti per cercare insieme risposte che non siano scontate e superficiali, ma che tocchino e cambino la vita. Insieme, dentro o fuori la Chiesa, facciano corpo attorno al pozzo della verità che sa accogliere e includere le differenze. Attorno al pozzo i nemici lasciano posto ai fratelli e si realizzino passi di incontro e prossimità, di sostegno umile e semplice nel cammino della vita.

Attingano all’acqua della fede che non mortifica il proprio essere donna, ma lo rende più vero e splendente. La fede illumina la vita, da emarginati rende annunciatori del Cristo, con i tratti del femminile che fa germogliare la vita buona del Vangelo. Ma occorre il coraggio di mettersi in viaggio, di lasciarsi dissetare per ritrovare la propria identità di figlie amate dal Padre, restaurate e salvate dalle sue mani creatrici. Sì, c’è un pozzo che attende. A ciascuna porlo al centro della propria casa, della propria comunità e insieme alle altre donne attingere l’acqua viva, per tornare nei propri ambienti dissetate, capaci di dissetare.  Dio continua ad attendere al pozzo una donna: sei tu, quella donna!