Una ballata per attori e ombre: «Donna di Porto Pim» al Cineteatro di Colognola

Un uomo, una donna, una storia d’amore. Fin qui non sembra niente di particolarmente originale, ma “Donna di Porto Pim”, produzione di Gioco Teatro Vita che sabato 8 aprile arriva al Cineteatro di Colognola, è molto di più, come racconta il sottotitolo dello spettacolo: “Ballata per attori e ombre”.

Il teatro d’ombre, da sempre, è il mezzo in cui gli spettacoli della compagnia prendono vita, con un’interazione particolare tra loro e l’attore che si muove sul palco. In Donna di Porto Pim, tratto dall’omonimo racconto di Antonio Tabucchi, è il solo Tiziano Ferrari a interpretare il doppio ruolo di narratore (usando le parole dello stesso Tabucchi) e protagonista della storia, ma in realtà insieme a lui si muovono, appunto, le ombre. «In una delle prime repliche di questo testo» racconta «ero convinto di aver recitato molto bene, ma il regista Fabrizio Montecchi non era soddisfatto. Mi ha spiegato che è molto facile rivolgersi al pubblico, ma si corre il rischio di tagliare fuori le ombre, che sono dei veri e propri personaggi: ho capito in quel momento cosa intendeva davvero».

Attraverso i giochi di luce creati da pochi elementi (acqua, sabbia, legno) e una scenografia molto semplice, si delinea la figura della donna di Porto Pim, che convince il protagonista a lasciare la sua professione – il baleniere – per una carriera da musicista e l’amore. Ma il tradimento è inevitabile e porterà a scelte dolorose. Una storia in cui la voce del narratore si confonde tra realtà e sogno. Nel libro, Tabucchi dice di averla sentita in una taverna durante un viaggio giovanile nelle Isole Azzorre, ma non esclude di essersela inventata o averla immaginata, come in un momento di incoscienza. «Ciò che guida la narrazione» racconta Tiziano «è il ritmo della pagine di Tabucchi, una melodia che ricorda il fado portoghese, Paese molto amato dall’autore e in cui la vicenda si svolge». Non a caso anche il Portogallo è stato inserito nella tournee europea durante la quale “Donna di Porto Pim” è stato presentato, oltre a Francia (lo spettacolo è coprodotto dal Theatre de Bourg en Bresse) e Svezia. «Recitare davanti alla vedova di Tabucchi, a Lisbona, è stata un’emozione fortissima» confida Ferrari. Una dimostrazione in più del fatto che, come avviene nel resto d’Europa, il teatro d’ombre può uscire dal terreno sicuro del teatro per ragazzi. “Donna di Porto Pim” è indicato al di sopra dei 16 anni e durante le 40 repliche italiane è piaciuto anche ai ragazzi dei licei: una fascia d’età «stimolante e complicata”» che ha apprezzato la storia e la messa in scena.