“Travelers”, l’ultima frontiera dei viaggi nel tempo. Un grande sogno, e uno sguardo diverso sul presente

Viaggiare nel tempo è, da sempre, uno dei più grandi sogni dell’uomo. Quante volte ci siamo detti “Ah, se potessi tornare indietro…”? Quante volte avremmo voluto che la storia, con le sue pagine più oscure, potesse essere corretta?

Fin dagli albori del cinema, la fantascienza – che da sempre incarna sogni, desideri e paure dell’essere umano – si è occupata del viaggio nel tempo.

Ma anche il piccolo schermo ci ha regalato grandi soddisfazioni. Come dimenticare, per esempio, le incredibili avventure del mitico Dottor Who, o dell’equipaggio di Star Trek: The Next Generation sul Ponte Ologrammi? E le visite del capitano Janeway di Star Trek: Voyager alla Firenze di Leonardo Da Vinci?

E ancora: Primeval aveva aperto un passaggio fra il presente e l’era preistorica, Terminator: The Sarah Connor Chronicles aveva portato in TV la celebre saga cinematografica voluta da James Cameron e perfino Ritorno al futuro ha avuto una (poco degna d’attenzione) trasposizione televisiva.

Insomma: andare avanti e indietro nel tempo ha offerto ad autori, registi e produttori infinite possibilità.

L’ultima in ordine cronologico si chiama Travelers ed è disponibile con la prima stagione, composta da 12 episodi, su Netflix.

L’aspetto più interessante della serie firmata da Brad Wright (Stargate SG-1) è  che unisce due fra le più sfruttate declinazioni del genere fantascientifico: il viaggio nel tempo e il fantasma di un futuro distopico in cui la razza umana finisce per autodistruggersi.

A viaggiare dal futuro ai giorni nostri non sono, però, uomini provenienti dai secoli a venire: sono solo le loro coscienze. Quando qualcuno muore, un viaggiatore può sostituire la sua coscienza, prendendo possesso del suo corpo per interagire col presente senza destare sospetti. E senza deviare il corso della storia, a meno che non rientri nella missione studiata per evitare la fine del mondo.

Il discorso su anima, coscienza e intelligenza è profondo e interessante. Il Direttore, responsabile della selezione dei viaggiatori, è a conoscenza di tutti i decessi grazie al suo registro storico, ma non dispone di alcune informazioni fondamentali. Così, se il caposquadra dei protagonisti entra nel corpo di un agente dell’FBI, Grant MacLaren (Eric McCormack, Will & Grace), il medico del futuro Marcy (MacKenzie Porter, Blackstone) si ritrova nel corpo di una donna con dei problemi fisici e mentali. Giustificare il cambiamento agli occhi del suo assistente sociale (e dei suoi superiori) sarà complicato.

Allo stesso modo, lo storico del gruppo Philip (Reilly Dolman, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo) deve fare i conti con il corpo di un ragazzo tossicodipendente, e la stratega Carly (Nesta Cooper, Diablo) con quello di una madre single.

Attraverso la direttiva che impone ai viaggiatori di portare avanti le loro missioni ma anche la vita “reale” delle persone di cui hanno preso il controllo, Travelers esplora da un lato gli eventi che porteranno alla distruzione del mondo (dall’avidità al riscaldamento globale, dall’inquinamento all’agricoltura sostenibile: ce n’è per tutti. E non a caso, nel futuro sono tutti vegani). Dall’altro lato, le storie personali dei “corpi” in cui entrano i viaggiatori offrono infiniti spunti di riflessione sui mali della società moderna, sulle discriminazioni, sulla mancanza di empatia, di gentilezza, di aiuto reciproco.

Travelers è l’ultima frontiera del viaggio nel tempo. Ma è anche una serie di fantascienza che, come sempre accade nel genere, vuole farci riflettere sui rischi dei comportamenti presenti, passati e futuri.