Un gruppo di immigrati: Noi coltiviamo rose. È il loro augurio di Pasqua

Un gruppo di amici segue una comunità di richiedenti asilo in una parrocchia cittadina. Il lavoro con i ragazzi ospiti va bene. Problemi, ovviamente, ce ne sono ma l’integrazione procede. In questi giorni alcuni dei ragazzi stanno aspettando la risposta alla loro richiesta di asilo. Non è sicuro che vada bene e il futuro, per loro, diventa incerto. Alcuni sono decisamente mesti. Nei giorni scorsi, insieme con gli amici della parrocchia che li seguono, hanno piantato, vicino all’entrata della chiesa, delle rose. È stato il loro particolare modo di augurare buona Pasqua. Gli amici che li seguono hanno “giustificato” il gesto con un messaggio whatsapp inviato a molta gente della comunità:

Noi coltiviamo rose anche se il quadro politico attuale è fosco e poche sono le pennellate luminose.
Noi coltiviamo rose anche se ci contiamo sulle dita di una mano e riceviamo complimenti ma scarse presenze.
Noi coltiviamo rose anche se domani non sapremo come poter dare una mano a questi ragazzi che abbiamo conosciuto e apprezzato.
Noi coltiviamo rose perché speriamo che qualcosa succeda e qualcosa si muova.
Noi coltiviamo rose perché abbiamo imparato da questi ragazzi ad accettare la vita anche se apparentemente ingiusta.
Noi coltiviamo rose perché sappiamo ringraziare ogni giorno per quello che abbiamo e non ci tiriamo indietro quando si può lavorare insieme.
Noi coltiviamo rose perché crediamo che insieme possiamo fiorire.

Molte rose fioriscono, anche per questa Pasqua. Fioriscono, nonostante tutto.

Buona pasqua.