Riflessioni “pasquali”. Visite al cimitero e Messa

Foto: il cimitero monumentale di Bergamo

Lasciamo la strada del cimitero

Nel discorso di Papa Francesco la notte di Pasqua ho trovato espresso mirabilmente quello che, più alla buona, l’amico parroco di Belsito dice spesso, ma inascoltato (!), ai suoi parrocchiani: “Una visita di meno al cimitero e una di più in chiesa per la Messa“.

Il Papa, a Pasqua, parlando delle pie donne che vanno al sepolcro, immagina quei passi… …:

Il tipico passo di chi va al cimitero, passo stanco di confusione, passo debilitato di chi non si convince che tutto sia finito in quel modo.

Più avanti il Papa osserva che le donne, dall’incontro con il Risorto escono cambiate. Erano andate al sepolcro per “imbalsamare Gesù” (!), poi corrono avanti ad annunciare che il sepolcro è vuoto. Non solo, ma dopo che Gesù risorto si fa loro incontro, corrono di nuovo ad annunciare che egli è vivo e precederà i suoi discepoli in Galilea, ai confini del mondo da evangelizzare.

Abbasso i pessimismi sepolcrali

Quell’annuncio è giunto fino a noi. Il nostro cuore sa che le cose possono essere diverse, però… C’è  un però pesante come una montagna. Come dice ancora il Papa, “quasi senza accorgercene, possiamo abituarci a convivere con il sepolcro”. Ecco qui il perché di un’altra raccomandazione dell’amico di Belsito ai suoi parrocchiani: quella di costruire per i loro cari e per sé delle tombe semplici, leggere.

Ha cominciato a farlo anni fa, alla fine di un funerale, quando, non essendo pronta la tomba per il defunto, lo si era sistemato in una sepoltura provvisoria. Nello spiegare il disguido ai presenti, il parroco fece però notare loro che per i cristiani, per chi ha fede, ogni tomba è provvisoria.

Non il cimitero ma la chiesa

A questo punto, ritengo importante richiamare e spiegare la raccomandazione dell’amico di Belsito: Una visita di meno al cimitero e una di più in chiesa per la Messa.

Le visite alle tombe dei nostri cari al camposanto hanno, ovviamente, un loro senso e un loro valore del tutto rispettabili. Ci mancherebbe! Però va detto che sono nella logica del ricordo dei nostri defunti, quindi sono nella logica del tornare indietro al passato.

Per chi ha fede, i nostri morti non sono lì. “Non cercate tra i morti colui che vivo”. I nostri morti sono con Cristo in Dio. E allora li incontriamo di sicuro là dove c’è Cristo. E dove meglio che nella Messa?

Papa Francesco continua nel suo discorso pasquale: “Gesù è risorto. Questa non è una fantasia!”.

E Gesù risorto dice anche a noi quello che ha detto a Marta e Maria, le sorelle del suo amico Lazzaro, morto e sepolto da quattro giorni, che quindi già puzzava per la corruzione: “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà e chiunque vive e crede in me non morirà in eterno”.

E quando esse confermano, sia pure con qualche esitazione, la loro fede in lui, egli dice loro: “Togliete la pietra che chiude la tomba” e infine: “Scioglietelo e lasciatelo andare”.

Dopo la sua risurrezione, Gesù può dire queste parole ai dolenti dei defunti a maggior ragione. E perciò Papa Francesco conclude la sua predica pasquale dicendo che

con la sua Risurrezione Cristo non ha solamente ribaltato la pietra del suo sepolcro, ma vuole far saltare anche tutte le barriere che ci chiudono nei nostri sterili pessimismi”.

Continuiamo ad affliggerci “come gli altri che non hanno speranza”

Riconosciamolo: noi cristiani, malgrado le nostre ripetute professioni di fede sulla risurrezione di Cristo e sulla nostra risurrezione all’ultimo giorno, “continuiamo ad affliggerci come gli altri che non hanno speranza” (1s 4.13).

Anche qui perciò, occorre che ci convertiamo seriamente. E convertirsi, come si sa, è un… cambiare strada, è una vera inversione a “U”. In questo caso, è un lasciare la strada del cimitero (e del passato) per la strada della Messa, la strada della vita e del futuro, perché lì ci incontriamo con il Signore  e, grazie a lui, ci incontriamo anche con i nostri morti, che sono vivi in lui.