Papa Francesco: udienza, in Egitto per “dialogo e pace”. Grazie al popolo egiziano per accoglienza “veramente calorosa”. Una visita che ha avuto “un doppio orizzonte: quello del dialogo tra cristiani e musulmani e, al tempo stesso, quello della promozione della pace nel mondo”. Così il Papa ha sintetizzato, partendo dalla visita all’Università Al-Azhar, la più antica università islamica e massima istituzione accademica dell’Islam sunnita, il suo recente viaggio in Egitto, di cui ha ripercorso idealmente le tappe durante l’udienza generale di oggi, a cui partecipano 15mila persone. “Mi sono recato in quel Paese in seguito a un quadruplice invito”, ha esordito Francesco: “Del presidente della Repubblica, di Sua Santità il Patriarca Copto ortodosso, del Grande Imam di Al-Azhar e del Patriarca Copto cattolico”. “Ringrazio ciascuno di loro per l’accoglienza che mi hanno riservato, veramente calorosa”, il tributo del Papa: “E ringrazio l’intero popolo egiziano per la partecipazione e l’affetto con cui ha vissuto questa visita del Successore di San Pietro”. “Il presidente e le autorità civili hanno posto un impegno straordinario perché questo evento potesse svolgersi nel migliore dei modi”, l’altro ringraziamento di Francesco, “perché potesse essere un segno di pace, per l’Egitto e per tutta quella regione, che purtroppo soffre per i conflitti e il terrorismo”. “Per tutta l’umanità l’Egitto è sinonimo di antica civiltà, di tesori d’arte e di conoscenza; e questo ci ricorda che la pace si costruisce mediante l’educazione, la formazione della sapienza, di un umanesimo che comprende come parte integrante la dimensione religiosa, il rapporto con Dio, come ha ricordato il Grande Imam nel suo discorso”. Lo ha sottolineato il Papa, ripercorrendo idealmente le tappe del suo viaggio in Egitto, durante l’udienza di oggi. “La pace si costruisce anche ripartendo dall’alleanza tra Dio e l’uomo, fondamento dell’alleanza tra tutti gli uomini, basata sul Decalogo scritto sulle tavole di pietra del Sinai, ma molto più profondamente nel cuore di ogni uomo di ogni tempo e luogo, legge che si riassume nei due comandamenti dell’amore di Dio e del prossimo”, ha ribadito Francesco, spiegando che “questo medesimo fondamento sta anche alla base della costruzione dell’ordine sociale e civile, in cui sono chiamati a collaborare tutti i cittadini, di ogni origine, cultura e religione”. “Tale visione di sana laicità – ha proseguito il Papa – è emersa nello scambio di discorsi con il presidente della Repubblica dell’Egitto, alla presenza delle autorità del Paese e del Corpo diplomatico”. “Il grande patrimonio storico e religioso dell’Egitto e il suo ruolo nella regione mediorientale – l’analisi di Francesco, che ha definito l’Egitto ‘terra di civiltà e terra di alleanze’ – gli conferiscono un compito peculiare nel cammino verso una pace stabile e duratura, che poggi non sul diritto della forza, ma sulla forza del diritto ”.
“I cristiani, in Egitto come in ogni nazione della terra, sono chiamati ad essere lievito di fraternità. E questo è possibile se vivono in sé stessi la comunione in Cristo”. Ne è convinto il Papa, che ripercorrendo durante l’udienza di oggi le tappe del suo viaggio in Egitto ha ricordato che “un forte segno di comunione, grazie a Dio, abbiamo potuto darlo insieme con il mio caro fratello Papa Tawadros II, patriarca dei Copti ortodossi”. “Abbiamo rinnovato l’impegno, anche firmando una Dichiarazione Comune, di camminare insieme e di impegnarci per non ripetere il Battesimo amministrato nelle rispettive Chiese”, ha sottolineato il Papa: “Insieme abbiamo pregato per i martiri dei recenti attentati che hanno colpito tragicamente quella venerabile Chiesa; e il loro sangue ha fecondato quell’incontro ecumenico, a cui ha partecipato anche il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo”. “Il patriarca ecumenico, mio caro fratello”, ha aggiunto a braccio Francesco.
“L’Egitto per noi è stato un segno di speranza, di rifugio, di aiuto”: con queste parole, pronunciate a braccio, il Papa ha concluso la catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi in piazza San Pietro alla presenza di 15mila fedeli e dedicata al suo recente viaggio in Egitto. “Raccontare questo viaggio entra nella strada di parlare di speranza”, ha proseguito Francesco ancora a braccio: “Per noi l’Egitto ha questo segno di speranza, sia per la storia, sia per oggi, per la fraternità” raccontatavi. “Ringrazio nuovamente coloro che hanno reso possibile questo viaggio e quanti in diversi modi hanno dato il loro contributo, specialmente tante persone che hanno offerto le loro preghiere e le loro sofferenze”, la conclusione della catechesi: “La Santa Famiglia di Nazaret, che emigrò sulle rive del Nilo per scampare alla violenza di Erode, benedica e protegga sempre il popolo egiziano e lo guidi sulla via della prosperità, della fraternità e della pace”.