“Sono convinto che i gravi problemi del Venezuela si possono risolvere se c’è la volontà di costruire ponti, di dialogare seriamente e di portare a termine gli accordi raggiunti. Vi esorto a continuare a fare tutto il necessario per rendere possibile questo difficile cammino”: è l’invito che Papa Francesco ha rivolto ai vescovi del Venezuela in un messaggio inviato il 5 maggio scorso ma reso noto poche ore fa dalla Conferenza episcopale venezuelana. “Vi assicuro – scrive il Papa – che sto seguendo con grande preoccupazione la situazione dell’amato popolo venezuelano”, con “profondo dolore per gli scontri e la violenza di questi giorni, che hanno provocato numerosi morti e feriti, che non aiutano a risolvere i problemi ma provocano solo ulteriore sofferenza e dolore”. Papa Francesco sa che i vescovi, insieme a tutti i sacerdoti, le religiose e i laici condividono la situazione del popolo, che “sta soffrendo per la mancanza di cibo e medicine, e in alcuni casi, hanno subito attacchi personali e atti violenti nelle Chiese”: “Desidero manifestare la mia solidarietà con ciascuno di voi e ringraziarvi per la vicinanza al gregge che vi è stato affidato, specialmente i più poveri e bisognosi”. Il Papa ringrazia i vescovi anche per le tante iniziative per “promuovere la solidarietà e la generosità tra i venezuelani” e i continui appelli ad “evitare qualunque forma di violenza, a rispettare i diritti dei cittadini e difendere e promuovere la dignità umana e i diritti fondamentali”. In conclusione esorta “gli amati figli del Venezuela a non lasciarsi vincere dalla sfiducia o dallo scoraggiamento, mali che penetrano nel cuore delle persone quando non vedono prospettive di futuro”.
“Facciamo nostro il dolore del popolo venezuelano e diciamo: Basta repressione!”: è l’ennesimo appello dei vescovi del Venezuela in una nota pubblicata lo scorso 5 maggio che contiene anche l’invito a “non riformare la Costituzione ma attuarla”, in seguito alla proposta del presidente della Repubblica Nicolás Maduro d’indire un’Assemblea Costituente per il Paese. Il Venezuela è scosso da oltre un mese da una grave crisi politica ed economica, con manifestazioni di piazza, scontri e vittime. La decisione di indire una nuova Assemblea Costituente, precisano i vescovi, “è stata percepita dalla maggioranza della popolazione come una iniziativa separata dalle urgenti necessità del Paese e come un passo in più verso lo svuotamento dello Stato sociale di diritto previsto dall’attuale Costituzione”. “In questo momento il popolo ha bisogno di cibo, medicine, libertà, sicurezza personale e giuridica e pace”, sottolineano i sei vescovi della Conferenza episcopale del Venezuela. “Non possiamo dimenticare – affermano – né mettere da parte la tristezza e la sofferenza che questo regime sta provocando al nostro popolo. Inoltre, in questo ultimo mese si è vantato della sua natura repressiva soffocando la legittima protesta con eccessiva e disumana violenza, generata dagli organismi di sicurezza dello Stato, in particolare dalla Guardia armata bolivariana e i gruppi armati chiamati ‘colectivos’ che agiscono sotto lo sguardo protettivo delle autorità”. I vescovi esortano nuovamente la popolazione “a non rassegnarsi ad alzare la voce in segno di protesta, senza cadere nel gioco di coloro che, causando violenza, vogliono guidare il Paese verso scenari di conflitto per aggravare la situazione e rimanere al potere”. A questo proposito invitano tutte le parrocchie e comunità ad organizzare una Giornata di preghiera per la pace in Venezuela il 21 maggio, perché “cessi la violenza e la repressione ufficiale, per la ricerca di strade verso l’intesa e la riconciliazione di cui abbiamo tanto bisogno”.
(Nella foto Apf-Sir i disordini a Caracas)