Alla scoperta del tunnel della vita di Sarajevo. Un documentario e una mostra sull’assedio a «C’è un tempo per… l’integrazione»

Si accendono giovedì 11 maggio i riflettori sull’11^ edizione del Festival di cortometraggi “C’è un tempo per… l’integrazione”, edizione ricca di appuntamenti che si svilupperanno tra Bergamo e Sarnico dove, sabato 20 maggio, il CineTeatro Junior ospiterà la serata finale di presentazione e premiazione dei corti in concorso.
Il primo appuntamento in programma presso il Museo Bernareggi, location individuata dal Bergamo Festival FARElaPACE, quest’anno impegnato dal 4 al 14 maggio ad approfondire il tema “Paure locali, risposte globali. Il coraggio di progettare il futuro”, per proporre contemporaneamente la proiezione di cortometraggi e l’esposizione di una mostra fotografica entrambe concentrate a portare all’attenzione del pubblico una ricorrenza: il 25° anniversario dall’inizio della guerra in Bosnia e dell’assedio della città di Sarajevo. Un assedio da “guinness dei primati”, in quanto il più lungo assedio nella storia bellica moderna, protrattosi dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996, ricordato dagli italiani oggi almeno over 35 (a meno che qualche studente sia riuscito ad incrociarlo nel programma di storia) come esperienza vissuta, proprio in quanto “vicina”, dentro l’Europa, con timore e preoccupazione, e come disintegrazione di quello che era considerato un avanzato laboratorio di convivenza interetnica e interreligiosa, celebrata pochi anni prima dai Giochi Olimpici invernali. Ma alla distruzione di ponti, c’è chi ha saputo contrapporre la realizzazione di un tunnel. Lo chiamavano “il tunnel della vita” ed era un percorso sotterraneo lungo 860 metri, l’unico passaggio che collegava Sarajevo assediata al resto del mondo. Le immagini del documentario “Le tunnel, le secret du siège de Sarajevo” di Nedim Loncarevic e delle fotografie di Maurizio Belometti raccontano la speranza di quel tunnel e del tempo che… passa e lascia spazio alla ricostruzione, sia materiale che, non scontata, relazionale.
Lunedì 15 maggio (e fino a sabato 20) la mostra fotografica si sposterà a Sarnico, il territorio dove Maurizio Belometti è cresciuto sulle orme del padre Ulisse nello Studio FOTO S.MARCO, allestita nella speciale location del sottopassaggio pedonale situato all’inizio di Viale della Libertà per evocare ancora di più la sensazione del tunnel che per Belometti ha davvero rappresentato un’esperienza di sopravvivenza e di ricostruzione di relazioni umane.
Faranno da contorno a questa esposizione fotografica le proiezioni dei film “Dall’altra parte” di Zrinko Ogresta, recente produzione lanciata proprio in prossimità dell’anniversario dell’inizio dell’assedio (martedì 16 al CineTeatro del Borgo in Bergamo) e “Sole Alto” di Dalibor Matanić, premiato dalla giuria del Festival di Cannes nella sezione Un certain regard (mercoledì 17 all’Informagiovani di Sarnico), la presentazione del libro E MIGRANT di Jovica Mocilovic (giovedì 18 nella Biblioteca di Sarnico) e la proposta per fare pratica di dialogo interreligioso “Gente e Fedi” (venerdì 19 all’Oratorio di Viadanica).
Giovedì 18 maggio il Festival si risposta a Bergamo, nella particolare location del “Centro di Accoglienza Straordinaria” di via Gleno (nella ex Casa di riposo), per dare il via, con la proiezione del film “Mister Chocolat” di Roschdhy Zem, dove protagonista è l’attore franco-senegalese Omar Sy, alla rassegna “Chi ha paura dell’uomo nero?”, nuova iniziativa finalizzata a far fronte al crescere di preoccupazioni e paure varie suscitate dall’accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale.
Infine, per ribadire la speranza che “C’è un tempo per… l’integrazione”, saranno 10 i cortometraggi (cfr allegato) che verranno proiettati Venerdì 19 all’Istituto S. Riva (ore 11.00) e Sabato al CineTeatro Junior di Sarnico (ore 20.45). Selezionati tra i numerosi che quest’anno hanno risposto (da tutta Italia e non solo) al bando di iscrizione rivolto a tutti i video/filmmaker che abbiano affrontato o intendano affrontare in massimo 20 minuti il tema dell’integrazione tra persone, famiglie, popolazioni di diversa appartenenza culturale e provenienza nazionale, si contenderanno i premi in palio: la targa-orologio “C’è un tempo per…” con € 1.000 per il 1° classificato della sezione “nazionale-internazionale” (assegnato dalla giuria composta sia da esperti dell’audiovisivo che da operatori e studiosi del fenomeno dell’immigrazione), con € 500 per il 1° classificato della sezione “scuola-territorio” (assegnato dalla giuria composta da “Agenti allo Sviluppo Interculturale” del Basso Sebino) e la “Targa L’Eco di Bergamo” (assegnata dalla giuria popolare costituita dagli studenti dell’ist. S. Riva).
Lo spettacolo di sabato sera godrà anche della presenza di uno “special guest”, anzi più di uno: gli studenti, i docenti e i collaboratori dell’Istituto S. Riva di Sarnico che presenteranno il film “Sponde” un cortometraggio che definiscono “nostro” in quanto, spinti dalla proposta del Rotary Club di Sarnico, sono stati proprio gli studenti a improvvisarsi piccoli-grandi registi, operatori alle riprese e al montaggio, attori, costumisti per realizzarlo.
Questo è quanto riserva al pubblico, che si auspica anche quest’anno numeroso e multiculturale ad ogni appuntamento, la 11^ edizione del Festival, resa possibile grazie all’impegno istituzionale della Comunità Montana dei laghi Bergamaschi – Ambito Basso Sebino e alla gestione operativa congiunta tra le cooperative Ruah e Interculturando, incaricate di coordinare il comitato organizzatore che ogni anno si arricchisce di nuovi elementi, raccordando il network di realtà istituzionali e del terzo settore attive per lo sviluppo interculturale del Basso Sebino.