Lo struggente desiderio di “vedere il Padre”. La Parola e le possibili trasparenze della vita

Immagine: Cosimo Rosselli (1439-1507), Ultima Cena, Vaticano, Cappella Sistina

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: ‘Vado a prepararvi un posto’? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via” (Vedi Vangelo di Giovanni 14, 1-12).

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“Io sono la via, la verità e la vita”

Siamo nell’ultima cena. Gesù sta consegnando le sue ultime parole ai suoi amici. Sono i capitoli 13-17 del Vangelo di Giovanni: Cena e addio ai discepoli, è il titolo dell’edizione ufficiale della CEI. Qualche altra edizione moderna del Vangelo titola la prima parte del discorso di Gesù – da dove è tratto il vangelo di questa domenica – “discorso sulla fede e sull’amore”.

Gesù parla della sua “partenza”e rassicura i suoi amici che sono a cena con lui. Questi, però, come avviene spesso nel Vangelo di Giovanni, non capiscono. E vorrebbero avere indicazioni sul senso di quella partenza. È Tommaso che ha il coraggio di esporsi con una domanda: “Non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”. Allora Gesù deve precisare: la via che i suoi devono percorrere è lui stesso: “Io sono la vita, la verità e la vita”.

L’immagine portante della risposta di Gesù è “la via”. Si arriva al Padre attraverso di lui: è la convinzione che attraversa tutto il quarto Vangelo. Gesù porta Dio agli uomini e gli uomini a Dio. Egli è la “via”, dunque, che rende possibile quella mirabile comunione.

Ma Gesù non è un solo colui che indica una direzione: è anche maestro. Ma è maestro molto particolare che non si limita a tramettere qualche verità da imparare. Egli non proclama la verità, infatti, ma è la verità. Di conseguenza bisogna avere un rapporto personale con lui. Attraverso la via e la verità che coincidono con lui, si arriverà alla vita che è il punto di arrivo finale, grazie alla quale si sta nella casa del Padre.

Dopo Tommaso anche Filippo ha la sua domanda: come tutti gli ebrei, anche lui aspetta una rivelazione straordinaria di Dio e quindi chiede : “Signore, mostraci il Padre e ci basta”. Ma anche lui, come Tommaso, come Nicodemo e la Samaritana, non ha compreso le parole di Gesù. Gesù ribadisce allora che ogni rivelazione passa da lui: lui è il segno, il rivelatore, l’”icona” del Padre. La gloria di Dio “risiede” in Lui. Vedere lui è vedere il Padre, lui è il Padre sono una cosa sola.

Alla fine, come sempre in Giovanni, le caratteristiche di Gesù vengono estese anche ai discepoli: anche loro potranno “compiere le opere” che lui stesso compie. Potranno perdonare i peccati nel suo nome, potranno annunciare la bella notizia del vangelo, potranno fare miracoli…

“Mostraci il Padre…”

Filippo ci rappresenta. Lui è come noi e noi siamo come lui. Mostraci il Padre… Siamo presi dal desiderio struggente di incontrare Dio e dalla persistente difficoltà a trovarlo. Siamo chiamati, come Tommaso e Filippo, a trovare la via. Si potrebbe anche dire che siamo invitati ad aguzzare lo sguardo, a guardare in modo “altro” gli eventi che segnano la nostra esistenza.

Ogni evento, in effetti, può diventare un segno: nasce un bambino, due giovani si sposano, si guarisce da una malattia… Sono tutti avvenimenti così “pieni” che si fatica a spiegarli da soli. Ci superano sempre, sono più grandi di noi. Se faccio appello alla fede, dispongo di una Parola che può gettare fasci di luce nuova su quegli eventi. Allora posso arrivare a capire che una vita appena sbocciata è un miracolo talmente grande che può essere soltanto dono “che viene dall’alto”. Posso intuire che l’amore di e per una persona è cosa tanto grande che può essere davvero vista come riflesso dell’amore assolutamente gratuito che Lui solo ci sa dare…

Tutta la vita può così diventare trama che lascia trapelare qualche che sta “oltre”. La vita diventa un interminabile viaggio lungo una via mai esplorata, in totale sintonia con una verità che ci supera, verso una vita in pienezza che nessuno potrà più rubarci. “Io sono la via, la verità e la vita”.