Papa Francesco a Fatima. Luigi Accattoli: «Il messaggio di Maria vale anche oggi: chiama alla conversione e chiede di prendere la Storia sul serio»

Papa Francesco si recherà dal 12 al 13 maggio 2017 in pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Fátima, in occasione del centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria, accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica e dei Vescovi portoghesi.

Nel corso del viaggio pontificio il Santo Padre presiederà la cerimonia di canonizzazione dei beati Francesco e Giacinta Marto, i due “pastorelli” che videro apparire la Vergine Maria nella Cova da Iria, a Fatima, insieme alla loro cugina Lucia dos Santos, nel 1917. Entrambi erano stati beatificati da Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000 il 13 maggio 2000. Francesco e Giacinta saranno, dunque, i primi bambini non martiri a essere proclamati santi in due millenni di storia della Chiesa. L’annuncio ufficiale della canonizzazione è arrivato nel Concistoro che Papa Francesco ha presieduto in Vaticano lo scorso 20 aprile. Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le cause dei santi a emanare il riconoscimento del miracolo attribuito all’intercessione del beato Francesco Marto, nato l’11 giugno 1908 e morto il 4 aprile 1919, e della beata Giacinta Marto, nata l’11 marzo 1910 e morta il 20 febbraio 1920. Con Lucia dos Santos, la più grande dei tre scomparsa il 13 febbraio 2005 a 97 anni, i pastorelli sono stati i protagonisti della apparizioni mariane avvenute nella cittadina del Portogallo il 13 maggio 1917. Il santuario mariano di Fatima sorto nella zona delle apparizioni, del “miracolo del sole”, attira ogni anno milioni di fedeli. All’interno del santuario c’è la statua, dove il papa polacco ha voluto fosse incastonata una delle due pallottole sparate da Mehmet Ali Ağca, un killer professionista turco, il 13 maggio 1981. Quella pallottola che, secondo Giovanni Paolo II, avrebbe solo sfiorato i suoi organi vitali grazie all’intercessione della Madonna.

Ricorda per noi Luigi Accattoli vaticanista, giornalista e scrittore, firma del “Corriere della Sera” e del “Regno”, «Ero presente a Fátima come inviato del “Corriere della Sera” alle due prime visite di Giovanni Paolo II, nel 1982 e nel 1991: quelle del ringraziamento per aver avuto salva la vita, a un anno e dieci mesi dall’attentato. La forza di proiezione di quel santo Papa nel mistero della protezione materna della Vergine mi apparve grande. Restai anche molto segnato, specie la prima volta, dalla pietà popolare portoghese che si esprime nel percorrere in ginocchio l’intero piazzale del santuario, dal luogo dell’apparizione alla basilica».

Papa Francesco sarà il quarto Papa a visitare il Portogallo, dopo Paolo VI (13 maggio 1967), Giovanni Paolo II (12-15 maggio 1982; 10-13 maggio 1991; 12-13 maggio 2000) e Benedetto XVI (11-14 maggio 2010). «I Papi danno tanta importanza a Fátima, perché vi si recano milioni di fedeli ogni anno: è un pellegrinaggio che dura ormai da un secolo, onorano la pietà del Popolo di Dio e si uniscono a lui nel pellegrinaggio a Maria. Questo vale per tutti i Papi che vi sono andati, con un di più di coinvolgimento personale in Giovanni Paolo II, che attribuì alla Madonna di Fatima l’essere scampato all’attentato del 13 maggio 1981, avvenuto cioè nell’anniversario della prima apparizione» chiarisce Accattoli moderatore del blog www.luigiaccattoli.it.

«I due rispettivi pellegrinaggi papali a Fatima, quello del 2000 di San Giovanni Paolo II e quello imminente di Papa Francesco di quest’anno, sono legati dal riconoscimento della santità di Giacinta e Francesco, che allora furono proclamati beati e ora vengono canonizzati. L’audacia del Papa polacco, che volle quella beatificazione contro le resistenze di chi segnalava la giovanissima età dei due e il fatto che fosse ancora vivente Lucia, la terza tra i veggenti, trova ora rispondenza nella decisione di Francesco che, pur senza la partecipazione soggettiva del Papa polacco, si mostra docile alunno della pietà mariana e popolare, che da tempo ha compiuto quel riconoscimento».

Le apparizioni della Madonna iniziate il 13 maggio 1917 davanti ai tre ragazzini sono state riconosciute ufficialmente dalla Chiesa nel 1930, quando il vescovo di Leiria ne autorizzò il culto proclamandone il carattere soprannaturale. «Questo è un punto chiave dell’intera vicenda di Fatima: dopo un lungo processo canonico che comportò ogni sorta di indagine sui protagonisti e le circostanze delle apparizioni, il vescovo della diocesi dove si trova Fatima le dichiarò “degne di fede”. Va osservato che in quella dichiarazione non si dice nulla del “segreto”, di cui non vi è traccia in quel processo diocesano. Del “segreto” s’inizierà a parlare oltre un decennio più tardi» puntualizza Accattoli. Prosegue il vaticanista «C’è indubbiamente una rispondenza tra il messaggio di Fatima – dico “il messaggio” e non il “segreto”: bisogna distinguere i due elementi – che chiama alla penitenza e alla conversione e la gravità delle vicende storiche accadute nel Novecento (due guerre mondiali, la bomba atomica, per non parlare dei genocidi, ndr) che oggettivamente gli fanno da sfondo. La presa di quel messaggio su una moltitudine di persone d’ogni Paese, lungo tutto un secolo, è la riprova della sua pertinenza rispetto al sentimento del tempo che viviamo. Quel messaggio in sostanza è un richiamo alla serietà della storia. Intendo dire: a prenderla sul serio».

Domandiamo ad Accattoli di precisare la distinzione che ha fatto tra “messaggio” e “segreto” e a cosa ci riferiamo quando parliamo del “terzo segreto di Fatima”: «Il messaggio è la chiamata alla conversione: “Sacrificatevi per i peccatori e in riparazione delle offese fatte al cuore immacolato di Maria” avrebbe detto la Madonna in una delle apparizioni. In altre apparizioni si sarebbe espressa con parole simili. Il “segreto” l’ha messo per iscritto suor Lucia negli anni Quaranta in più tempi e articolandolo in tre parti. La prima riguarda i tre veggenti: la Vergine avrebbe preannunciato la morte precoce di Francesco e Giacinta (il primo morì nel 1919, la seconda nel 1920) e la sopravvivenza di Lucia: “Tu devi rimanere quaggiù più a lungo”. Morirà nel 2005. La seconda parte, scritta da Lucia nel 1941, contiene la famosa predizione sulla conversione della Russia: “Se ascolteranno le mie esortazioni la Russia si convertirà e avranno la pace, altrimenti diffonderà i suoi errori nel mondo intero promuovendo guerre e persecuzioni contro la Chiesa, i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto e varie nazioni saranno annientate”. Questa parte fu pubblicata per iniziativa del cardinale Schuster nel 1942. La terza parte, scritta nel gennaio del 1944, è stata pubblicata nel 2000 per decisione di Giovanni Paolo II in un fascicolo di 44 pagine, intitolato “Il messaggio di Fatima”, che contiene anche un commento teologico del cardinale Joseph Ratzinger, che allora era Prefetto per la Congregazione della Dottrina della Fede».

C’è chi dice che non tutto sia stato pubblicato di ciò che la Vergine confidò ai tre veggenti… «Sono fantasie. – replica il vaticanista – Conviene fidarsi di Papa Wojtyla e del cardinale Ratzinger che ha più volte garantito sulla completezza della pubblicazione».

Il motto del viaggio papale è: “Con Maria, pellegrino nella speranza e nella pace”, mentre il logo del viaggio riporta l’immagine, disegnata da Francisco Provvidenza, di un cuore fatto con grani di rosario, sormontato da una Croce, e con dentro la scritta “Papa Francesco – Fatima 2017”. «Come ho ricordato sopra, – conclude Luigi Accattoli – il richiamo al Cuore immacolato di Maria è fatto dalla stessa Vergine, più volte, nei messaggi che ha trasmesso ai veggenti nel corso delle sei apparizioni. È dunque giusto che venga segnalato nell’intestazione ufficiale del viaggio».