Le mamme conoscono la magia dell’arcobaleno: quella capacità speciale di saper aspettare

Ci sono le papere del parco a cui gettare qualche briciola, un cane bassotto che vorrebbe una carezza, il gelataio lì all’angolo – ed è proprio ora di fare merenda – e poi un fiore così bello che merita uno sguardo da vicino. La mamma vorrebbe accelerare il passo, l’orologio è tiranno, poi però guarda il suo bambino, mentre se ne sta lì, sul marciapiede, con gli occhi spalancati dallo stupore, con un sorriso che trema all’angolo della bocca, e fa quello che le dice il cuore: aspetta.

Aspetta finché la farfalla si posa su un fiore lì vicino, finché si può assaggiare la pioggia e sentire se è dolce o salata, finché gli ombrelli, con i loro colori, mostrano una sequenza degna di un museo d’arte contemporanea. E’ una capacità paragonabile alla magia dell’arcobaleno, che sfida il buio e le tempeste, ne aspetta con pazienza la fine per regalare un momento indimenticabile di stupore.

Lo dice in modo così poetico un albo illustrato di Antoinette Portis “Aspetta” (Il Castoro), ma sfogliandolo ci si sorprende a pensare che è proprio vero: le mamme hanno questa capacità particolare di attendere, di offrire silenzio e spazio a qualcuno che nasce, cresce, rende ogni giorno diverso e speciale. E’ una capacità che si manifesta per la prima volta, anche fisicamente, durante la gravidanza, ma poi resta. Per questo le mamme sono pronte a dimenticare qualcosa di sé, a lasciarlo da parte, perché in fondo non è così importante, non quanto guardare, ascoltare, accogliere, abbracciare, consolare.

Sembra così controcorrente nella società di oggi – in cui il mezzo d’elezione per comunicare ossessivamente se stessi è il selfie, possibilmente perfezionato per incarnare una bellezza finta, ideale, del tutto disincarnata – questo modo discreto di “farsi da parte” perché una bellezza vera possa germogliare. Eppure è uno stile così prezioso. Una capacità – questa strana magia dell’arcobaleno – che tutti hanno, ma che emerge spontaneamente quando si ha accanto qualcuno di piccolo e fragile di cui prendersi cura. Certo, per coltivare la pazienza, la capacità di attendere e di fare spazio ci vuole coraggio. Le mamme lo dimostrano sempre, ma soprattutto, in modo straordinario, davanti alle piccole e grandi difficoltà della vita. Eppure sarebbe bello se – a partire da giornate di festa come queste, in cui si moltiplicano la gratitudine e la tenerezza – tutti si lasciassero un po’ contagiare da questa attitudine. Anche un gesto piccolo come aspettare può rendere il mondo un posto migliore.