Orobicambiente: ai volontari e ai «rocciatori» ci vogliono 5000 ore all’anno per tenere pulite le Mura di Bergamo

«Orobicambiente è l’unico, vero organismo di volontariato ambientale di Bergamo» dichiara con palese orgoglio Giacomo Nicolini, presidente di questa associazione onlus il cui motto, non a caso, è “Vivendo in simbiosi con l’ambiente si migliora la qualità della vita”.
«L’associazione Orobicambiente è nata nel marzo di dieci anni fa con la ferma volontà di sopperire alle deficienze date dall’incuria del tempo, dalla maleducazione degli uomini e dalle dimenticanze delle varie amministrazioni che si sono susseguite negli anni. Con queste priorità assolute ho voluto fondare nel 2007 un’associazione che potesse intervenire sul territorio cittadino in particolare ma anche nel comprensorio collinare della stessa città di Bergamo» ci spiega Nicolini. Orobicambiente si avvale oggi di una trentina di uomini e donne, «volontari che a loro volta sono divisi in due comparti: quindici persone attendono unicamente alla manutenzione dei parchi pubblici e dei sentieri storici, in particolare la Via Mercatorum (strada medievale che collegava la città di Bergamo con l’alta val Brembana, passando per la bassa val Seriana) e la Via Priula (strada del XVI secolo che collegava la città di Bergamo a quella di Morbegno)». Gli altri quindici volontari, a seguito di una convenzione nata nel 2015 con l’attuale amministrazione comunale cittadina, si occupano della manutenzione delle Mura venete di Bergamo.
«… la città è tutta serrata con baluardi e i suoi membri quasi tutti terrapienati, compite le piazze, i parapetti e le traverse per coprirsi dalle vicine colline e la fortezza col circuito di tre miglia è bellissima». Così scriveva nel 1590 il comandante veneto Alvise Grimani delle Mura venete di Bergamo, imponente costruzione architettonica risalente al XV Secolo, edificata dalla Repubblica di Venezia a partire dal 1561 e ultimata nel 1588, quando la città orobica rappresentava l’estremità occidentale dei domini veneti sulla terraferma.
L’organizzazione no-profit tramite il progetto “Mura pulite”, si occupa della pulizia e manutenzione del rivestimento lapideo delle Mura venete che sono candidate a ricevere il titolo Unesco di Patrimonio dell’Umanità. La cinta muraria lunga 6,2 km che può raggiungere un’altezza massima di 50 metri, è costituita da 14 baluardi, 2 piattaforme, 32 garitte (di cui solo una è giunta sino a noi), 100 aperture per bocche da fuoco, due polveriere, 4 porte (Sant’Agostino, San Giacomo, Sant’Alessandro e San Lorenzo, ora intitolata a Giuseppe Garibaldi).
«Per i prossimi tre anni abbiamo messo a disposizione 15mila ore di volontariato suddivise in 5mila ore l’anno. 5mila ore che serviranno ai volontari per ripulire l’intero perimetro delle Mura che saranno ripulite tre volte in tre anni. È questo il progetto “Mura pulite”». Prosegue Nicolini: «Siamo molto apprezzati, primo perché lavoriamo gratis, secondo perché la popolazione ha compreso che anche attraverso il volontariato ci si può esprimere nella forma migliore. La nostra associazione consta di volontari altamente specializzati, attrezzati e automuniti. Tutti regolati come richiedono le norme di sicurezza mediante corsi di sicurezza e di formazione». Se i volontari che si occupano dei parchi pubblici e delle vie storiche sono perlopiù pensionati, l’età media dei rocciatori (studenti e lavoratori) che puliscono le Mura è attorno ai 35 anni. Giovani volontari dunque a causa della delicatezza e la tipologia del lavoro che deve esprimersi con molta attenzione e professionalità. I rocciatori vengono divisi normalmente in squadre di tre o sei persone per volta e lavorano mediamente tre volte a settimana, il lunedì, il mercoledì e il sabato.
«Il nostro impegno riguarda la rimozione manuale delle piante infestanti che si trovano sulla parete muraria. Inoltre i rocciatori non usando materiale chimico di alcun tipo eseguono una spazzolatura mediante spazzole di ferro. Un lavoro lento ma veramente “protettivo” per non rovinare la patina del tempo» chiarisce Nicolini. È logico che tra le sterpaglie i volontari trovano un po’ di tutto: «Rifiuti che vengono gettati indebitamente da mani ignote, che vengono raccolti e indirizzati alle piattaforme ecologiche». La parete muraria deve essere pulita, fermo restando che alcune piante vengono lasciate come campionatura e ornamento nel rivestimento. Stiamo parlando del “Cappero orobico”, della “Valeriana rossa” e della “Borraccina bianca”. Suggestive macchie di colore per la gioia dei bergamaschi e dei turisti. «Il nostro lavoro, o meglio, la nostra battaglia quotidiana, è anche un modo per sensibilizzare la cittadinanza nella lotta contro il degrado per la valorizzazione dei beni pubblici e la diffusione del senso civico sul territorio. I cittadini devono preservare e non deturpare tutto quello che è rimasto alla vista. C’è molta disaffezione soprattutto nelle giovani generazioni, in questo è fondamentale il ruolo della famiglia e anche della scuola primaria, occorre una grande lezione di educazione civica, perché è da bambini che impariamo a rispettare il mondo che ci circonda. Devo dire che c’è una certa attenzione su quello che stiamo facendo. Là dove la nostra presenza è costante, il degrado e l’incuria tendono a diminuire. C’è un certo “rispetto d’insieme”. Dato che non veniamo remunerati, questo “rispetto d’insieme” rappresenta una soddisfazione interiore. Bisogna essere costantemente presenti sul territorio, la popolazione bergamasca deve imparare a comprendere (e a vedere) che c’è qualcuno che ama in maniera particolare la città e adempie a quello che tutti dovrebbero fare. La nostra è una presenza costante per lenire questa disfunzione negativa. Molto però deve essere ancora fatto a titolo globale».
Nell’Enciclica sulla cura della casa comune “Laudato sì’”, Papa Francesco tra le altre cose scrive che “è molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma a uno stile di vita”. Sembra che il Pontefice parli anche della missione di “Orobicambiente”. Queste le cifre dell’associazione in dieci anni di servizio alla città: 60mila ore prodotte di prestazioni gratuite, 150 km di manutenzione e cura nel comprensorio cittadino collinare e provinciale, 20 ettari di territorio periodicamente controllato, 35 addetti volontari, 15 comuni serviti.
Domandiamo all’infaticabile Giacomo quali sono gli obiettivi futuri dell’associazione. «Ci auguriamo che la convenzione con l’amministrazione comunale che scade l’anno prossimo venga rinnovata per un altro triennio. Abbiamo preso contatti con altre amministrazioni comunali che richiedono il nostro intervento per opere di manutenzione di parchi pubblici e di itinerari turistici storici. La gente ci ringrazia quando ci vede al lavoro in città. Ma quello che colpisce è la gratitudine e l’accoglienza delle comunità montane, ricordo che l’anno scorso nella Val Serina la gente uscì dalle proprie abitazioni offrendoci da mangiare e da bere, oltre che per ringraziarci. Abbiamo acquisito una certa amichevole affettività nei riguardi della popolazione che ci vede lavorare nel loro interesse stupendosi che un’associazione di volontariato di Bergamo raggiunga quelle località così lontane alzandosi prima dell’alba».
È la passione che muove persone come Giacomo Nicolini «l’amore per la mia città, per la mia terra e per le mie origini. Bergamo è una città che raccoglie in sé grandi pagine di storia, soprannominata “la città dei Mille” per via del cospicuo numero di volontari bergamaschi, circa 180, che presero parte alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi. Quindi Bergamo va rispettata proprio per la sua storia e per la sua epica» conclude Nicolini.
Per informazioni su “ Orobicambiente -onlus”, Associazione per la tutela ambientale città di Bergamo e i suoi colli:
orobicambiente.myblog.it
“ Orobicambiente -onlus”. Organizzazione no-profit
Sede legale: Via Pietro Ruggeri da Stabello 13, 24123 – Bergamo