“L’altra faccia della Terra”: IncontraCre apre gli orizzonti e moltiplica gli amici

Dopo l’esordio la scorsa estate, Caritas Diocesana Bergamasca, Centro Missionario Diocesano, Ufficio Migranti, UPEE (Ufficio per la Pastorale dell’Età Evolutiva) e Ufficio Pastorale Sociale ripropongo In.Con.tra Cre. L’idea da cui lo scorso anno era nato questo laboratorio era quella di offrire l’opportunità per i ragazzi delle scuole medie degli oratori della diocesi di riflettere sull’attuale flusso dei migranti. Attraverso giochi e attivazioni i ragazzi ripercorrevano il viaggio che ogni migrante intraprende dalla partenza nel proprio Paese d’origine fino all’arrivo in Italia.

Quest’anno, seppure il nome sia rimasto, In.Con.Tra, infatti, stava per In viaggio, Con i popoli, Tra le nuvole, il tema è diverso: la Terra. “L’altra faccia della Terra” è il titolo, e obiettivo del laboratorio è quello di far comprendere ai ragazzi che vi parteciperanno come diverse culture si relazionano ai quattro elementi: acqua, aria, fuoco, terra. Un viaggio alla scoperta di quanto è bella la Terra, con i suoi elementi e i suoi abitanti, che durerà circa un mese, da venerdì 23 giugno a venerdì 21 luglio.

“Il laboratorio è stato pensato come un viaggio tra i continenti. Si inizia con la proiezione di alcune scene del documentario Human, per mostrare ai ragazzi le bellezze della Terra nei cinque continenti – spiega Dalila Raccagni, coordinatrice del progetto, che continua – Il viaggio inizierà dal continente africano, associato all’elemento terra, in particolare terra intesa come sottosuolo, tesoro e motivo di conflitto. L’attività pensata è quella di simulare il lavoro di minatori e cercatori di materiale prezioso che una volta estratto dovrà poi essere venduto contrattando con le multinazionali. Senso dell’attività è quella di far riflettere i ragazzi sul tema dello sfruttamento della Terra e di chi la lavora. Secondo continente in cui il viaggio continua è l’Oceania, continente dell’acqua. Acqua che può generare vita e allo stesso tempo procurare la morte. L’attività proposta è quella di far attraversare con zattere ai ragazzi un mare fittizio e di farli pescare durante la traversata, con l’inconveniente tsunami che potrebbe rovinare la pesca e togliere la vita non solo agli abitanti del mare ma anche a chi di essi vive. Il viaggio continua poi in America, continente del fuoco. Fuoco rappresentato dal falò, inteso come luogo di incontro e di racconto. Qui i ragazzi prenderanno un nome indiano e dipingeranno la pelle con simboli che rappresentino un atteggiamento di cura del creato. Infine l’Asia, e l’aria con lei, a simbolo sia dello smog delle grandi città sia dell’aria della spiritualità. In questa attività i ragazzi si ritroveranno dentro una grande città in cui dovranno riuscire a trovare mollette con cui poi poter acchiappare pezzi di stoffa da trasformare in bandiere tibetane su cui scrivere messaggi di pace”.