Romano di Lombardia, al Museo di Arte e Cultura Sacra la mostra «I Mondi di Bob Dylan»

Un viaggio musicale e biografico alla scoperta del cantautore americano Bob Dylan, insignito del premio Nobel per la Letteratura e star della musica internazionale.

S’intitola «I Mondi di Bob Dylan», il percorso artistico composto da ben ventisei pannelli in cui si racconta la lunga carriera musicale di Bob Dylan e si illustrano alcune delle sue più famosi canzoni. L’esposizione è promossa da Fondazione Credito Bergamasco in collaborazione con il critico musicale Riccardo Bertoncelli per cogliere «l’opportunità offerta dal professor Sergio Noto, docente di Storia Economica presso l’Università di Verona che voleva approfondire questo tema» commenta Angelo Piazzoli, Segretario Generale di Fondazione Credito Bergamasco. E così, dopo il  grande successo raccolto al Centro Culturale di San Bartolomeo di Bergamo nel mese di marzo, la mostra è arrivata al Museo di Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia.

Bob Dylan, nome d’arte di Robert Allen Zimmermann, preso pare in onore del grande poeta gallese Dylan Thomas, è il musicista e poeta più influente nel panorama culturale del secondo dopoguerra. Nasce il 24 maggio 1941 a Duluth, un villaggio minerario nel nord del Minnesota da una famiglia ebrea. Fin da giovanissimo, si appassiona alla musica e in particolare del genere rock ‘n’ roll. Nel 1959 s’iscrive all’università e si accorge che la moda del momento tra i giovani benestanti è la musica popolare. Dylan ne rimane incuriosito e legge la biografia del cantautore politicamente attivo Woody Guthrie, e va perfino a trovarlo in ospedale per fargli sentire le sue canzoni. Da quel momento, Bob Dylan diventa autore di canzoni folk quali Only a Hobo, A Hard Rain’s Gonna Fall, Tangled Up in Blue, Not Dark Yet, Blowin’ In The Wind e He was a friend of mine «cercando di ricreare il genere della musica popolare inserendo delle metafore della Bibbia e citando il fenomeno della guerra fredda» afferma  Michele Dal Lago, docente di Sociologia dei processi economici del lavoro all’Università degli Studi di Bergamo e appassionato di musica, che si è esibito con voce e chitarra durante la serata inaugurale. Infatti, «a Bob Dylan si associa lo stereotipo del cantante di protesta, ma in realtà, lui si dichiara difensore per i diritti civili, grande sostenitore di Martin Luther King e dei poeti della Beat Generation come Jack Kerouac» commenta il professor Dal Lago.

Successivamente, Bob Dylan abbandona il genere folk e con un complesso di musica elettrica si presenta al Greenwich Village suscitando  scandalo e facendo anche uscire i primi dischi con le canzoni Like a Rolling Stones e Vision of Johanna. Due anni dopo, Bob Dylan scrive canzoni di genere country come I’ll be Your Baby Tonight dimostrando ancora una volta la sua versatilità nella scrittura; «proprio in quel periodo, incontra il regista Sam Peckinpah del film Il Mucchio Selvaggio che propone a Dylan di comporre melodie e canzoni di genere country per la pellicola legandole a storie o a delle scene specifiche» racconta il professor Michele Dal Lago e continua «per l’occasione, Bob Dylan compone le canzoni Pat Garrett & Billy The Kid che ha delle parole in spagnolo e Knockin’n On Heaven’s Door ispirata alla scena al tramonto in cui la moglie assiste alla morte dello sceriffo ferito».

Un artista, quindi, che è stato capace di attraversare tutti i generi musicali: dal folk al blues, dal rock al gospel, rinnovandosi sempre e sorprendendo i suoi ammiratori. Infatti, dopo la premiazione con il Nobel per la Letteratura, «uno dei suoi ultimi lavori sono due dischi dedicati a Frank Sinatra» afferma il professor Michele Dal Lago e conclude citando anche alcune interessanti biografie dell’artista quali Bob Dylan di Howard Sounes, Chronicles – Volume 1 di Bob Dylan e La Voce di Bod Dylan – Una spiegazione dell’America dello studioso Alessandro Carrera all’Università del Texas appassionato di Leopardi e di Bob Dylan.

La mostra «I Mondi di Bob Dylan» rimarrà aperta fino al 9 luglio 2017 nella Sala Alberti in piazza Fiume a ingresso libero il sabato e i giorni festivi ai seguenti orari: dalle 9.30 alle 12 e dalle 16 alle 19. Per i gruppi l’esposizione sarà aperta tutti i giorni in orari da concordare e infine, a disposizione dei visitatori, verrà distribuito un catalogo a colori di sessanta pagine, scritto dal critico musicale Pier Giuseppe Montresor.