Il CRE è finito. E adesso?

Con questo articolo don Alberto Varinelli
inizia la sua collaborazione con il nostro settimanale.
Curerà la rubrica “Diario di un prete”
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Don Alberto è curato degli oratori di Grumello e Telgate. 
Ha 32 anni. È laureato in scienze dell’educazione

Foto: il gruppo degli animatori dell’oratorio di Grumello del Monte

Entro in Oratorio a Grumello subito dopo aver celebrato la Messa, mi attende la segreteria con tutti i conti del CRE e le mail da leggere, oltre alle altre pratiche ordinarie che da qualche settimana sono passate in secondo piano. Aperto il cancello, una sensazione già provata una settimana fa nell’altro Oratorio che mi è affidato, quello di Telgate. La traduco con una domanda: “e adesso?”.

Un piccolo esercito di ragazzi e “settimane di fuoco”

Fino al venerdì sera di queste ultime due settimane gli Oratori erano un pullulare di bambini, adolescenti, volontari, genitori. Per rendere l’idea, considerando soltanto i ragazzi, a Telgate c’erano circa 170 bambini e 45 animatori; a Grumello, tra CRE e Minicre, 392 bambini e 124 animatori. Ora, un silenzio irreale. Del CRE resta lo striscione con il titolo, “DETTOFATTO”, alcune foto sulle bacheche che i bambini alla festa finale non hanno ritirato e l’avviso affisso sulla porta della segreteria con gli orari di apertura per la prenotazione delle gite durante quelle che chiamo le “settimane di fuoco” dei curati. L’immagine allude non soltanto alle temperature, ma anche ai ritmi di lavoro e alle contingenze che si creano sempre, nonostante una preparazione che non lascia nulla al caso o all’inventiva del momento.

Come una finale di Champions League. Tutto ricomincia

E adesso? Cosa resta? È tutto finito o tutto ricomincia? Personalmente, scelgo la seconda opzione. Mi piace vedere il CRE come la finale di Champions League: tutto si gioca in un tempo limitato, ma per arrivare pronti a quell’appuntamento occorre tanta preparazione e la vittoria di tante sfide.

Ebbene, la prima sfida della nuova stagione saranno i due campeggi con gli adolescenti nelle prossime due settimane: a Colere con Telgate, a Saint Rhemy en Bosses, Val d’Aosta, con i ragazzi di Grumello. Questi sono i “ritiri precampionato”. Qui si cementificano le relazioni, si crea il clima di lavoro, si gettano le basi per i cammini adolescenti del prossimo anno. I più piccoli sono a riposo, per loro i muscoli della mente e del cuore riprenderanno a lavorare da settembre, con le iscrizioni al catechismo e la partenza delle attività sportive.

Il pregio delle cose ordinarie

A quel punto, ripartirà tutto. Qual è dunque la riposta sintetica che possiamo dare al quesito “e adesso?”. La mia è questa: adesso si torna all’ordinarietà della cura, alla vicinanza alle persone fatta di piccoli gesti, anche solo un saluto, perché una squadra lavora bene non soltanto se si allena molto, ma anche e soprattutto se i giocatori si stimano a vicenda, si incontrano volentieri, scambiano tra loro parole di amicizia, si siedono a un tavolo a mangiare qualcosa insieme. Verso mezzogiorno, chiudo il cancellino dell’Oratorio, mi aspetta a Bergamo la famiglia per pranzo. Incontro una mamma, che risponde alla domanda che mi accompagnava dal momento dell’apertura di quello stesso cancellino: “ciao don Alberto, grazie per il CRE, i miei bambini erano felicissimi, anche se hanno pianto perché è terminato. Riposati un po’, mi raccomando, che presto ricomincia tutto!!”. Ringrazio e sorrido, hanno capito.