Gli incendi di luglio ci dicono una verità non detta. Inquietante

L’Italia brucia. L’Italia è a secco. Danni all’agricoltura, rischi di razionamento acqua… Non è proprio un bel mese di luglio, quello che ci tocca vivere in questo 2017. Ma non sono soltanto le calamità della natura, ma anche le ataviche magagne dell’italica gente. Quelle, anzi, rivelano impietosamente queste.

L’informazione ridondante

Intanto, l’informazione che, per la verità, non è solo una questione italiana. L’abbondanza straripante dell’informazione fa straripare anche la gravità della situazione. È vero che i focolai di fuoco sono tanti. Ma tutte le volte che si accende (oddio, già il termine mi mette ansia), che si accende la televisione o si consulta un sito internet viene voglia di aprire la finestra per vedere se, per caso, le fiamme non siano arrivate sotto casa nostra. Va bene l’informazione, va bene la sua abbondanza. Ma ci sono dei ma, anche qui. L’enfasi dell’informazione enfatizza tutto.

Si appiccica il fuoco per la mania di imitare

In ogni caso, comunque, al di là dell’informazione sta il dato di fatto. Gli incendi sono numerosissimi e molti, quasi tutti, sono dolosi. Dunque c’è gente che si diverte a incendiare boschi, prati, case. E, domanda straordinariamente ingenua, perché lo fa? Impossibile entrare nella testa dei piromani. Ma è ovvio che il motivo numero uno è che lo fanno perché hanno visto altri farlo. È la solita mania imitativa. Solita, perché una delle attività fondamentali nella quale siamo impegnati quotidianamente è imitare. Si fa perché tutti fanno. Si va in vacanza perché tutti – o quasi tutti – ci vanno. Si deve quindi partire e, anche quando non si può, si vorrebbe e si soffre perché non si può.  Si deve mettere quel tal vestito perché la moda lo impone. La moda: il mondo esemplare dell’imitazione. Da studiare. Si devono strappare i jeans e se non si strappano quella ragazza così bella rischia di fare la figura della befana. La politica. In questi giorni PD e grillini litigano su chi ha avuto il merito della legge sui vitalizi dei parlamentari. “Siamo noi”, “No, siamo noi” e così di seguito. Anche questa è imitazione. Non si finirebbe più.

Liberi di fare obbligatoriamente come fanno tutti

Dunque, gli incendi denunciano un incredibile paradosso. Siamo convinti di essere la generazione che ha conquistato la libertà. E, invece – pensa te! – passiamo la vita a fare come fanno gli altri, perfino nell’attività delinquenziale di appiccare il fuoco. Liberi di fare come tutti. In altre parole: liberi di non essere liberi. Oppure, se si preferisce: liberi di fare, obbligatoriamente, quello che fanno tutti.

Questo è davvero strano, molto più strano della stessa estate torrida e dei suoi innumerevoli incendi.