Padre Jorge Manuel Faria Guarda al santuario di Altino: «Il messaggio di Fatima è una pedagogia del cuore»

«Il messaggio di Fatima è una pedagogia del cuore per tutti in tre parole: grazia, misericordia, pace». «Maria invita ogni uomo a imitarla, cioè ad aprire il cuore a ogni altro, a lenire dolori e ferite, ad asciugare le lacrime». «La devozione dei cinque sabati non è una cosa da fare, ma è cosa del cuore». Sono alcuni passaggi dell’intervento di padre Jorge Manuel Faria Guarda, vicario generale della diocesi portoghese di Leiria-Fatima, nonché direttore del settimanale diocesano, che ha parlato sul tema «In comunione con Fatima. Le apparizioni e il messaggio di Fatima». L’incontro, tenutosi nel santuario della Madonna di Altino, è stato organizzato della parrocchia di Vall’Alta nell’ambito delle celebrazioni del 521° anniversario dell’Apparizione. Padre Faria Guarda ha esordito con un excursus storico sull’epoca delle apparizioni, quando in Europa era in corso la sanguinosa Grande guerra e in Portogallo il governo aveva ammorbidito la lunga e feroce politica antiecclesiastica, che aveva visto asfissianti persecuzioni alla Chiesa, con vescovi incarcerati o espulsi, diocesi soppresse, proibizione delle processioni. Nel 1918 Benedetto XV ricostituì la diocesi di Leiria, a cui Giovanni Paolo II nel 1984 aggiunse la denominazione di Fatima in omaggio al santuario di cui era devotissimo. «Protagonisti delle apparizioni furono tre pastorelli — ha detto il relatore —: Lucia, 10 anni, già considerata una leader dai coetanei, che vede, sente e parla con la Madonna; Giacinta, 7 anni, molto sensibile, che vede e sente ma non parla con Maria; Francesco, 9 anni, pacifico e insieme coraggioso, che vede soltanto. Le loro famiglie erano povere e vivevano di allevamento e agricoltura».
Padre Faria Guarda ha evitato accenni ai dibattiti, spesso sensazionalistici, attorno al cosiddetto «terzo segreto», ma ha privilegiato i contenuti spirituali dei messaggi di Fatima, che ha sintetizzato cronologicamente in tre cicli. «Il primo ciclo, anticipo delle apparizioni mariane, è l’apparizione dell’angelo nel 1916 ai tre pastorelli, invitati a ben pregare e a ben adorare. Il secondo ciclo comprende le sei apparizioni iniziate il 13 maggio 1917, nelle quali Maria li invita a recitare il Rosario, promettendo grazia, misericordia e pace per la Chiesa, il Portogallo e il mondo. Sono anche apparizioni “politiche”, perché Maria parla della guerra in corso e della conversione della Russia con un messaggio spirituale e insieme profetico che appare un carisma per il futuro. Il terzo ciclo comprende le apparizioni di Maria a Lucia in diversi luoghi con messaggi, come la devozione dei cinque sabati».
Le apparizioni causano traversie e sofferenze ai tre pastorelli. «Hanno patito minacce, maltrattamenti e interrogatori, affrontando croci precoci per la loro età — ha aggiunto padre Faria Guarda —. Eppure le sofferenze li hanno legati ancor di più. Hanno testimoniato l’offerta di sé stessi, la volontà di obbedire a Maria, di pregare e a adorare, ma anche la compassione verso malati e sofferenti». Il relatore ha poi citato alcune frasi dei Papi pellegrini a Fatima, come Benedetto XVI che indicò Maria come maestra di preghiera e Papa Francesco come discepola e madre di tutti i discepoli. Infine un’ultima considerazione su un possibile parallelo tra Fatima e Altino. «In entrambi i luoghi Maria prega, fa pregare e offre acqua che disseta corpo e spirito. A Fatima c’era la guerra, ad Altino c’era la sete. Nei due luoghi è stata costruita una cappelletta, poi diventata un santuario. E come in ogni apparizione nel mondo, Maria è madre di speranza e consolazione».