Una giornata per i giusti. Per restare umani

L’immagine scelta per la giornata dei Giusti

Alcune storie esemplari

Clelia Caligiuri De Gregorio abitava a Piavon, una frazione di Oderzo, un comune della provincia di Treviso. Vedova, con tre figli, Clelia aiutò per quasi tutto il periodo della seconda guerra mondiale, l’ebrea Sarina Karliner, una rifugiata jugoslava, conosciuta in un paese non lontano da casa. Ogni giorno portò cibo a Sarina, a rischio della sua libertà e la sua vita.

Quando i tedeschi arrivarono nell’Italia Settentrionale la portò a casa sua, nascondendola in un rifugio sicuro in un armadio e fornendole ogni genere di conforto. Fece questo fino a luglio del 1944. Quando ci fu pericolo che le SS potessero scoprire il suo nascondiglio, Clelia la scortò personalmente per accertarsi che arrivasse a destinazione in un altro rifugio a Lutrano. Sarina rimase in questo rifugio fino alla liberazione. Durante questo periodo, Clelia andò regolarmente due volte alla settimana da Sarina portandole le vettovaglie necessarie lasciandole anche del denaro da usare nel caso fosse stata necessaria una sua fuga improvvisa.

Tullio Vinay fu un pastore valdese che studiò teologia a Roma e a Edimburgo. Appena consacrato, dal 1934 al 1945 fu mandato a guidare la Chiesa valdese di Firenze. Durante questo periodo, vive un’intensa attività antifascista e riesce a salvare decine di ebrei che nasconde in un appartamento segreto nella sede valdese di via Manzoni.

Carlo Angela, padre di Piero, il giornalista televisivo inventore di Quark, era il direttore della clinica psichiatrica privata Villa Turina di San Maurizio Canavese. Proprio all’interno di questa struttura, Angela avvia il proprio capolavoro di solidarietà umana e di resistenza civile, salvando molte persone dalla deportazione nei campi di concentramento. Il professore, insieme a pochi affidabili compagni, vi soccorre numerosi antifascisti, disertori e soprattutto ebrei. Stila diagnosi errate e manipola cartelle cliniche, trasforma ebrei in “ariani” e persone sane in pazienti psichiatrici.

Il giardino dei Giusti a Gerusalemme

Clelia, Tullio e Carlo sono tre dei 682 italiani “Giusti tra le nazioni” riconosciuti a Yad Vashem, a Gerusalemme, il luogo della memoria della Shoah. Che ha nel proprio statuto l’articolo 9 che recita cosi: “Con la presente legge è istituita la fondazione Yad Vashem a Gerusalemme, per commemorare (…) i giusti tra le nazioni, che hanno rischiato la loro vita per aiutare degli ebrei.”

Per commemorare i Giusti tra le Nazioni viene scelto di piantare degli alberi di carrubo. Nasce il Viale dei Giusti, che si allargherà nel giardino omonimo. Nel 1963 viene istituita la Commissione dei Giusti per scegliere le persone a cui assegnare l’onorificenza e dedicare l’albero. Nella sua attività la Commissione ha nominato 26.513 “Giusti”. Attualmente, per mancanza di spazio, gli alberi sono stati sostituiti da iscrizioni su muri appositamente eretti nel giardino.

La Giornata dei Giusti

La Camera dei Deputati ha approvato un paio di settimane fa, il 26 luglio, la proposta di legge per l’istituzione in Italia di una Giornata in memoria dei Giusti dell’umanità. La proposta di legge era stata depositata nel gennaio 2014 da Milena Santerini, mentre il relatore è stato Emanuele Fiano.

Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato, prevede che l’Italia aderisca ufficialmente alla Giornata dei Giusti, che è stata istituita dal Parlamento europeo il 10 maggio 2012 e che si celebra il 6 marzo di ogni anno. Il sito di Gariwo – acronimo per Gardens of the Righteous Worldwide, una onlus che con ostinazione dal 1999 lavora per far conoscere i Giusti – sintetizza così il concetto di “Giusto” per come è definito da Strasburgo:

nato dall’elaborazione del memoriale di Yad Vashem per ricordare i non ebrei che sono andati in soccorso degli ebrei, diventa così patrimonio di tutta l’umanità. Il termine “Giusto” non è più circoscritto alla Shoah ma diventa un punto di riferimento per ricordare quanti in tutti i genocidi e totalitarismi si sono prodigati per difendere la dignità umana. Il significato di questa decisione richiama uno degli elementi fondanti della cultura europea: il valore dell’individuo e della responsabilità personale.

In ogni situazione è possibile assumersi la responsabilità

“Il coraggio di un solo uomo può fare la differenza tra il bene e il male: questo è l’insegnamento incancellabile che ci hanno lasciato i Giusti di tutto il mondo. È bene che questo messaggio non vada perduto e sia invece rinnovato e divulgato”.

Queste le parole contenute dalla proposta di legge, che mira a promuovere esperienze didattiche per comunicare alle giovani generazioni che è sempre possibile, anche nel contesto sociale più avverso, difendere la dignità umana contro l’ingiustizia.

L’esempio dei Giusti permette – scriveva a settembre Gabriele Nissim, presidente di Gariwo – di ricucire la condizione comune degli esseri umani. Il messaggio è infatti fortissimo: in ogni situazione è sempre possibile assumersi una responsabilità. Le situazioni sono diverse, ma l’uomo ha sempre dentro di sé una potenzialità nascosta per ergersi contro il male”.

Perché nessuno – anche oggi – dica che non è possibile cercare di restare umani.