Pietro, la verità totale della fede e le verità parziali delle opinioni della gente

Gli scavi di Cesarea di Filippo

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: “Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti”  (vedi Vangelo di Matteo 16, 13-20).

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Cesarea di Filippo si trovava al nord, al confine della Galilea. Il nome “Filippo” viene da Erode Filippo, il tetrarca, figlio di Erode il grande e fratello di Erode Antipa. “Cesarea” in onore dell’imperatore Cesare Augusto.

Le opinioni della gente. La fede di Pietro

Gesù domanda che cosa si dice di lui. E le risposte variano, in rapporto alle differenti attese che covavano nell’ambiente ebraico. Alcuni pesnano che l’arrivo del Messia sarebbe stato anticipato da un ritorno di Elia, il grande profeta, rapito in cielo su un carro di fuoco, come si racconta nel secondo libro dei Re. E quindi alcuni pensano che Gesù sia Elia che è tornato. Alcuni pensano che Gesù sia Geremia, il campione di Israele in tempi di crisi, oppure pensano che sia Giovanni Battista, ucciso poco prima da Erode.

Ma Gesù vuole sapere non solo i pareri della gente ma anche che cosa pensano loro, gli amici. Pietro risponde con un’affermazione di fede che si trova solo qui, in questa forma piena e che si affermerà nei discepoli, soltanto dopo la pasqua.

A causa di quella risposta, Gesù dichiara beato Pietro perché non sono state le semplici forze umane ma Dio stesso a rivelargli la verità. Proprio perché destinatario di una eccezionale rivelazione divina, Pietro diventerà la roccia su cui poggerà la Chiesa, l’assemblea degli amici del Signore.

Gesù, dunque, si mette sullo stesso piano di Dio: Pietro e gli altri apostoli, gli amici di Gesù, sono la nuova assemblea di Dio. Contro di essa le forze del male non potranno nulla. Pietro avrà dunque un compito molto importante, tanto che perfino il suo nome cambia, come succede spesso quando Dio manda un profeta per una missione di particolare importanza.

Gesù consegnerà a Pietro le chiavi del regno dei cieli. Le chiavi permettono di entrare, sono il segno di un potere. Avendo in mano le chiavi del Regno, ciò che Pietro fa in terra, Dio lo sancisce in cielo. La chiesa, l’assemblea degli amici del Signore, è davvero la manifestazione di Dio in mezzo agli uomini.

Le opinioni della gente. La testimonianza del discepolo

Il compito di Pietro e degli apostoli consiste nel “dare la risposta giusta”, nel passare dalle opinioni degli altri alla fede propria. Le opinioni non sono sbagliate: sono soltanto parziali. La fede le invera: Gesù è figlio di Dio e quindi, proprio perché figlio di Dio è anche, in qualche modo, profeta, Elia, Geremia, Battista.

È il compito di sempre dei discepoli del Signore. Non condannare ciò che c’è negli uomini perché parziale, ma offrire a quella “parte” di verità la possibilità di godere del tutto. Siamo noi ad offrire la gioiosa testiamonianza che esiste una pienezza che dà senso a tutte le innumerevoli ricerche degli uomini. Forse è per questo che la domanda di Gesù e la risposta dei discepoli ha luogo in una zona di confine, ampiamente pagana anche nel nome: in una zona di passaggio si può passare da una parte della verità alla verità.