Alfiero Navigatore: solitario capitano nell’oceano della rete. Esploratore delle parole

Un suggestivo racconto dello scrittore Alessio Mussinelli ci fa da guida in un’esplorazione “metaforica” dell’oceano del web, alla scoperta del potere delle parole.

Questa è la storia di Alfiero Navigatore, il mansueto capitano di una caravella che accompagnato dal fido amico a quattro zampe Lucio s’avventurò tra gli impetuosi oceani e le minacciose secche marine, per il solo gusto di riempirsi gli occhi della bellezza del mondo. Perché, a sentir lui, non v’era punto d’osservazione migliore del mare per vedere quant’era bella la terra.

Hai visto Lucio quanto sono verdi queste colline? E quelle montagne, hai visto quanto sono alte? E che dire dell’infinta pianura, non è stupenda? E quei campi lavorati con passione dagli uomini, non sono forse magnifici?

Lucio a ogni esclamazione rispondeva con un abbaio, lasciandosi pervadere dall’entusiasmo che Alfiero gli trasmetteva invariato dal primo istante.

Vivevano a quel modo da secoli, profittando della longevità che il circondarsi di cose belle assicura, e si spostavano da un porto all’altro senza rotte e approdi stabiliti, facendo del viaggio stesso la loro unica meta. Un viaggio ricco d’esperienze e di incontri, di onde placide e sorrisi, di sbuffi di vento sul viso e profumo di sale, finché le acque, senza un motivo che Alfiero riuscisse a capire, mutarono e si fecero aspre. Onde spigolose e venti instabili s’abbatterono sulle vele della caravella, costringendo il navigatore e il suo quattro zampe a cercar conforto nelle sicure acque dei porti vicini.

– Buon uomo – disse Alfiero a un marinaio che sostava sulla banchina, – sareste tanto gentile da lanciarmi una cima? -.

L’uomo s’affrettò ad accontentarlo, dimostrando tuttavia una certa riluttanza nell’accogliere una caravella nel suo porticciolo.

-Sosterò solo per alcuni istanti-

-Credete non sia in grado d’offrirvi ospitalità?-

-Assolutamente, non vorremmo tuttavia crearvi noia. Abbiamo solo bisogno di qualche minuto di riposo e di un pasto caldo per ritemprare le ossa-.

-Brodo di carne?-

-Sarebbe l’ideale-.

-Così voi siete tra quegli assassini che mangiano gli animali… Vergognatevi. Scommetto mangiate anche i bambini-

-Perché mai dovremmo mangiare bambini?-

-Avete una caravella rossa, siete un fottuto comunista-.

Alfiero gli restituì la cima e spinse la caravella verso il mare aperto.

-Codardi- sbraitò il marinaio dalla banchina, raccogliendo a sé un gruppo di curiosi che progressivamente si unirono al suo coro. -Se tornate qui vi ammazziamo- sentì Alfiero nelle voci trasportate dal vento.

Navigarono per qualche ora con difficoltà fino a un isolotto con un grazioso villaggio, ammainarono le vele e ordinarono una zuppa in una locanda.

-Vi piace?- chiese un avventore seduto vicino.

-Sì, buonissima-.

-Sembra una brodaglia, non siate buonisti.-

-Eravamo affamati-.

-Allora siete falsi. È una schifezza ma la mandate giù comunque-.

-Il buono e il cattivo sono gusti personali. A noi piace, vero Lucio?-.

Il cane, che mangiava da una ciotola ai piedi del tavolo si leccò i baffi.

-Certe cose fanno schifo e basta, c’è poco da girarci intorno-.

Il locandiere uscì dalla cucina. -Schifo a cosa?- ringhiò contro l’uomo. -Guardatevi, come siete conciato. Siete pettinato come un porcospino-.

S’alzò dall’altro lato del locale un uomo che a un porcospino somigliava. -Porcospino a chi?-.

In quattro scattarono dalle loro sedie, scatenando una zuffa da cui Alfiero e il suo amico sgattaiolarono via. Corsero fino alla caravella, mollarono gli ormeggi e ripresero il largo.

Era notte, e il vento insidiava il loro viaggiare. -Questo tempo ha messo tutti di cattivo umore- pensò Alfiero.

-Parla per te- gli rispose un navigatore su di un battelletto motorizzato. -Queste onde sono così belle-.

S’alzò un cavallone di diversi metri e si schiantò sulla nave. -È più difficile navigare-.

Il navigatore s’affiancò. -Se invece di star a parlare t’occupassi meglio di quella vela, potresti migliorare la tua situazione-.

-E cosa dovrei fare?-

-A me lo chiedi? Ti avventuri per mare senza conoscenze. Sei uno stolto. E il tuo cane è pazzo. Ora arrangiati, cosa pretendi?-

-Nulla. Credevo solo potessi darmi un consiglio-.

-Prima di viaggiare dovresti informarti su come si fa, se no lascia perdere-.

-Sono molti anni che navighiamo per mari, tuttavia un consiglio è sempre bene accetto-.

Il navigatore sgomitò un membro del suo equipaggio. -Fa pure il saputello, che naviga da molti anni… Stai zitto, saputello- urlò tra un’onda e l’altra.

Alfiero mise le dita negli orecchi e proseguì fino a una rada dove riposava un banco di delfini.

-Queste acque mosse ci hanno sorpreso. Il mare s’è agitato-.

-Non è il mare- gli confidò un delfino, sollevandosi dall’acqua. -Sono uomini. Con il loro caratteraccio hanno agitato le acque. Il mare non è più un posto tranquillo. Basta un nulla per scatenare le onde, come quell’effetto farfalla di cui si parla tanto. Batti le ali per un istante, e ti torna indietro un uragano-.

Alfiero guardò le luci all’orizzonte, e pensò a quanto era bella la terra e a quanto era facile rovinarla con le sole parole.