La parrocchia di Comenduno di Albino si prepara a festeggiare il centenario «con un cuore giovane»

“Cento anni con un cuore giovane” è il motto scelto per celebrare un secolo di vita della ricostituita comunità parrocchiale di Comenduno. Per l’occasione sono state preparate una monografia e una mostra dedicate al centenario, e saranno presentate nel corso di due serate durante le quali ripercorrere anche i momenti più importanti della storia della parrocchia.
Appuntamento nella Sala della Comunità Don Pietro Gritti nell’oratorio di Comenduno: sabato 23 settembre alle ore 20,45 con Maurizio Noris, per narrare le ragioni e la storia di questa rinascita, presentare la monografia e inaugurare la mostra del centenario; sabato 7 ottobre alle ore 20,45 a cura di Patrizia Conca, Marco Giannini, don Diego Berzi (parroco dal 2005 al 2017 e ora nominato a Brembo di Dalmine, in questo periodo sta passando le consegne a don Alfio Signorini) per una riflessione sul passato con il supporto di musiche scelte e curate dal Maestro Maurizio Suagher.

Il parroco Don Diego Berzi ha individuato in questa ricorrenza uno stimolo per attuare quella “conversione pastorale” che consente alla parrocchia di percorrere le strade nuove delle “periferie esistenziali” e per riprendere lo stile missionario insito nella sua natura: solo così sarà in grado di essere nei crocevia per confrontarsi con le esigenze dell’uomo del nostro tempo.

“Si può camminare verso il futuro solo se c’è la consapevolezza del passato – scrive Enrico Belotti, presidente del Museo Etnografico della Torre di Comenduno – scoprendo come i nostri padri sono stati capaci di pensare in grande e quanto impegno e quanta tenacia ha richiesto la realizzazione di un sogno”.

Per l’occasione i soci del Museo Etnografico della Torre hanno predisposto una monografia nella quale si ripercorrono le vicende della ricostituzione della parrocchia e l’edificazione della nuova chiesa e del nuovo oratorio; una chiesa monumentale che, prima nella diocesi, viene intitolata a Cristo Re.

La Parrocchia di Comenduno rinasceva il 18 novembre 1917, staccandosi da Desenzano a cui era stata unita in un anno sconosciuto anteriore al 1312 a seguito dell’inagibilità della chiesa di Sant’Alessandro danneggiata dalle piene del fiume Serio. Una separazione ottenuta con fatica e dovuta all’aumento della popolazione, all’insufficiente capienza delle chiese esistenti e ai disaccordi tra le due comunità, che ripetutamente compaiono nelle relazioni delle visite pastorali.

Dalla narrazione emerge il determinante contributo dato dalla popolazione all’edificazione dei nuovi edifici parrocchiali, col lavoro domenicale gratuito di tutta la popolazione e con le tantissime offerte in natura da parte dei contadini, coi prelievi sulla busta paga delle operaie, con le raccolte mensili in paese, le lotterie, gli “incanti”. Decisivo è stato il costante apporto economico della Nobile Signora Gout Briolini, una singolare benefattrice che viveva la vedovanza nella sua villa comendunese.

In aggiunta alla trattazione delle problematiche locali si accenna agli avvenimenti mondiali del 1917, attraverso le principali notizie de L’Eco di Bergamo, con la Grande Guerra in corso, la tragica rotta di Caporetto, l’entrata in guerra degli Stati Uniti, la rivoluzione russa, le vicende di cronaca locale e l’invasiva pubblicità, sempre presente, anche allora.

Si evidenziano squarci della realtà locale, come i contrasti per i confini parrocchiali, la mancata passerella sul fiume, la consistente mortalità infantile, lo stallo che accoglieva le mandrie transumanti, le tracce delle alluvioni del Serio.