Casnigo: con l’équipe educativa tanti nuovi progetti. L’oratorio è di tutta la comunità

L’oratorio di Casnigo è tra le realtà parrocchiali che da febbraio dello scorso anno (ufficialmente, anche se il loro lavoro è iniziato nel 2015) è gestito da un’équipe educativa formata da Stefania, educatrice in una cooperativa sociale, Vilma, artigiana, Annunciata, infermiera, Zaveria, operaia tessile, Franco, tuttofare in una fabbrica e Gianpietro, impiegato, affiancati dal seminarista Manuel Valentini. “Nel settembre 2013, il nostro oratorio rimaneva senza curato – spiegano -: la preoccupazione più grande era che ogni componente “attivo” dell’oratorio sarebbe potuto restare isolato e il parroco, già molto impegnato, non avrebbe potuto avere il tempo e la forza per accompagnare e raccordare la vita dell’oratorio”.
Da qui la scelta dell’equipe: “L’esigenza di “rimanere connessi” anche senza il curato, chiamava in causa noi laici: l’oratorio è di tutta la comunità cristiana. Assumersi questa responsabilità all’interno dell’oratorio necessitava di una forma sostenibile e di un mandato autorevole che legittimasse alcuni di noi in questo compito: l’équipe educativa proposta dalla Diocesi, costituita e autorizzata dal parroco, sembrava interpretare la nostra situazione e i nostri bisogni. Essa ricorda a tutti che l’aspetto educativo e pastorale sono il cuore di ogni attività dell’oratorio, anche quando gli aspetti organizzativi e gestionali occupano la maggior parte delle energie dei volontari. In questo modo anche il parroco è garantito, ma soprattutto aiutato a capire che cosa accade e insieme la qualità di ciò che succede in oratorio”.
“Non abbiamo stravolto il funzionamento dell’oratorio – proseguono –, ma abbiamo cercato di portare dei miglioramenti dove necessario. E’ un’esperienza generativa, che sta aprendo nuovi orizzonti. Non era scontato che riuscissimo a sostenere questo cambiamento, ma nonostante le difficoltà, ce l’abbiamo fatta”. Diversi i traguardi raggiunti in questo anno e mezzo di lavoro di squadra: la riorganizzazione del Cre, l’organizzazione della festa dell’oratorio che rischiava altrimenti di saltare, un coinvolgimento maggiore delle famiglie durante l’avvento e la Quaresima, la partecipazione a un bando regionale e la firma di un Accordo quadro con il Comune di Casnigo. “La festa dell’oratorio rischiava di saltare – proseguono -: il gruppo storico che se ne occupava non voleva più realizzarla per motivi legittimi. Abbiamo creato le condizioni per renderla possibile, i volontari hanno fatto il resto. Per quanto riguarda il Cre, siamo stati più rigorosi sulla formazione degli animatori e degli assistenti animatori, rendendola obbligatoria: 4 incontri in oratorio e un fine settimana residenziale a Mezzoldo e 4 incontri all’Upe. Abbiamo cercato di animare l’oratorio nelle domeniche dell’avvento coinvolgendo i ragazzi e le loro famiglie, mentre durante la Quaresima abbiamo realizzato un percorso di riflessione sulla trasgressione: sono venuti un sociologo, un sacerdote che si occupa di ragazzi in seminario e un educatore di una cooperativa”. “Inoltre da anni ci chiedevano la presenza di una figura al pomeriggio, ma andava retribuita e non vi erano le condizioni per farlo. Abbiamo quindi partecipato a un bando regionale per ottenere il finanziamento di un progetto di 400 ore da spendere su tutto l’anno, progetto che prevede la presenza di una ragazza da noi individuata che tenga uno spazio relazionale per pre adolescenti e adolescenti, spazio che prevede anche delle attività. Siamo in attesa fiduciosa della risposta: speriamo che in questo modo si riesca a coinvolgere maggiormente i nostri giovani e tenerli all’interno dell’oratorio”.  Un altro traguardo raggiunto, un Accordo quadro con il Comune: “L’abbiamo firmato a maggio: un impegno in cui il Comune sovvenziona alcune attività proposte dall’oratorio; inoltre si istituisce un tavolo Comune – oratorio, che si incontra ogni tre mesi, per fare il punto della situazione e verificare la possibilità di avviare nuove proposte”. Durante questo percorso non sono mancate le difficoltà: “E’ ancora difficile, per molte persone, capire che il curato non ci sarà più ed entrare nell’ottica che questa forma di gestione continuerà per il futuro. C’è una sorta di resistenza, che non è dichiarata apertamente, ma che emerge in certe situazioni. Vediamo che vi è ancora dello scetticismo, il timore che vogliamo comandare e limitare l’operato degli altri, ma ci sono anche segnali di riconoscimento per quello che facciamo. La linfa vitale di un Equipe è la condivisione e l’accettazione e il nostro punto di forza è che si lavora di complementarietà. L’obiettivo è mettere al centro il bene dell’oratorio”. Tra i progetti per il futuro, al momento una proposta per il Cre dell’anno prossimo: “Ci siamo chiesti se partecipare come assistenti animatori faccia crescere o meno gli adolescenti, e così abbiamo pensato a una sorta di Cre nel Cre, con delle proposte più mirate per loro e un educatore che li segua e che proponga delle attività più specifiche. Stiamo poi aspettando il nuovo seminarista”.