Madre Teresa patrona del WTO? Ancora su Papa Giovanni patrono dell’esercito

Facciamo san Francesco patrono del Fondo Monetario Internazionale

In modo molto arguto un prete bergamasco così ha postato sulla sua pagina Facebook: “Dopo Giovanni XXIII patrono dell’esercito, perché non fare san Francesco patrono del Fondo monetario internazionale e Madre Teresa di Calcutta patrona del WTO?”

Alberto Melloni, storico di razza e autore di numerosi testi su Roncalli, in un tweet ha scritto: “Chi ha fatto papa Giovanni patrono dell’Esercito farà papa Francesco patrono di Piazza Affari #parcondicio”.

Le molte e motivate critiche alla scelta di Papa Giovanni come protettore dell’esercito

Guido Dotti, monaco di Bose nel suo blog (da tenere d’occhio!) scrive che “ho cercato di capire le motivazioni evangeliche” ma “come può giustificare il patronato di un pontefice proclamato santo su un esercito, destinato per sua funzione intrinseca a combattere contro altri eserciti?”

Credo – cosi termina l’intervento – “che san Giovanni XXIII – papa Giovanni, come ama ancora chiamarlo la mia generazione – sarebbe stato molto più adatto a essere proclamato patrono degli operatori di pace di tutte le nazioni. Comunque, per volontà di Dio, questi ultimi, uomini e donne oscuri testimoni della speranza hanno non tanto per “patrono”, ma per Signore e Maestro Gesù stesso che ha proclamato: “Beati gli operatori di pace!”. Con buona “pace” dell’esercito italiano.

Durissimo l’intervento di mons.Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura e Presidente di Pax Christi che ha definito “anti conciliare”, “assurdo” e “irrispettoso coinvolgere come Patrono delle Forze Armante colui che, da Papa, denunciò ogni guerra”. Un paio di giorni dopo, in un altro testo, ha scritto:

Non possiamo accettare questo patrocinio di papa Giovanni all’esercito italiano. Non c’è nulla nella sua vita che lo possa fondare. L’ho già detto nel comunicato del giorno 11 settembre in modo chiaro. Il suo essere stato cappellano militare non giustifica questa scelta. È stato un momento storico, in cui lui e tanti altri si sono trovati in quella situazione. Hanno dovuto obbedire.

Se poi ascoltiamo le varie testimonianze, anche quella di monsignor Loris Capovilla, ci accorgiamo che papa Giovanni era ben convinto che il ricorso alla guerra fosse contrario al Vangelo. Tant’è che poi scriverà la Pacem in Terris. Come si può offendere in questo modo il senso della chiesa, il senso della fede dei fedeli con l’indicazione di papa Giovanni patrono dell’esercito.

Come Presidente di Pax Christi sottolineo ancora una volta che tutto è accaduto di nascosto, per non far sapere nulla nemmeno ai piani alti del Vaticano e della CEI. Dispiace non solo il merito ma anche il metodo. Per questo il nostro dissenso è pieno e totale. E ci impegneremo affinché questo patrocinio venga annullato. Chiediamo venga fatto un passo indietro. Per la memoria di San Giovanni XXIII e per quello che è il compito della Chiesa di essere testimone di pace nel mondo.

Anche il cardinal Bassetti non ne sapeva nulla

Insomma, la scelta ha sconcertato tanti. A più livelli. Al punto che stando ad Avvenire, non al Manifesto, “il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti, rispondendo alle domande dei giornalisti, ha detto che prima di esprimersi riguardo la scelta fatta vuole informarsi “molto bene dalla Segreteria di Stato e dalla Congregazione per il culto divino” precisando di aver appreso la notizia soltanto la mattina del giorno in cui è apparsa la notizia”. Il giornale dei vescovi italiani continua poi in questo modo: “E proprio da “qualificate fonti vaticane”, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, la Segreteria di Stato parla di decreto della Congregazione per il culto divino e non di bolla pontificia”.

Comunque vada a finire (e personalmente spero in un dietrofront) mi auguro che il clamore suscitato dall’improvvida scelta sia l’occasione per ragionare sul senso e sull’opportunità oggi della presenza di cappellani militari nell’esercito.

Lettera aperta: “il nostro profondo disappunto”

Nel frattempo, in Rete (la si può trovare sul sito di Pax Christi  www.paxchristi.it) sta girando una Lettera Aperta al cardinal Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e al cardinal Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Noi, donne e uomini che crediamo nella costruzione della pace con mezzi di pace, intendiamo manifestarvi il nostro profondo disappunto di fronte alla dichiarazione di San Giovanni XXIII, papa, quale “Patrono presso Dio dell’Esercito Italiano”. Siamo infatti convinti che la vita e le opere del Santo papa non possano essere associate alle forze armate.

Colpisce il numero, il valore e la trasversalità dei primi firmatari. Numerosi vescovi italiani (e non solo), direttori di riviste missionarie, teologi e teologhe, i due responsabili del Movimento dei Focolari, la comunità di Bose, la superiora di un monastero di clarisse.

“Rivedere la decisione”

La lettera continua:

Per queste ragioni, ci associamo ad una vasta parte del mondo cattolico nel chiedervi di rivedere la decisione di proclamare Papa Giovanni XXIII patrono dell’Esercito italiano. Vorremmo, piuttosto, vedere la figura e l’esempio di papa Roncalli proposti a protezione di quanti, credenti e non, si adoperano per un’umanità libera da eserciti (Caschi Bianchi, Corpi Civili di Pace, operatori umanitari…) e sono impegnati con lo strumento della nonviolenza attiva nel disinnescare e risolvere i conflitti. La proclamazione di san Giovanni XXIII patrono della nonviolenza attiva sarebbe una scelta profetica per quanti si adoperano concretamente per la pace in un mondo minacciato da guerre e dalla corsa al riarmo.