Nobel pace a Ican: mons. Ricchiuti (Pax Christi), “oggi è un grande giorno”. Un richiamo all’Italia. “Oggi è un grande giorno. Finalmente un premio che riesce a intercettare un bisogno urgente del popolo della pace”. Così monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, commenta l’assegnazione del Premio Nobel per la pace 2017 alla Campagna per la messa al bando alle armi nucleari (Ican), organizzazione non-profit fondata nel 2007 che riunisce 406 organizzazioni in 101 Paesi.
BREAKING NEWS The 2017 Nobel Peace Prize is awarded to the International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) @nuclearban #NobelPrize pic.twitter.com/I5PUiQfFzs
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“Sono contento – afferma al Sir mons. Ricchiuti – perché è un premio anche a chi, dalla mattina alla sera, non si stanca di chiedere l’abolizione delle armi, specialmente quelle nucleari”. Il presidente di Pax Christi lancia anche un richiamo a quei “Paesi che non hanno ancora firmato il Trattato per l’abolizione delle armi nucleari, tra cui purtroppo la nostra Italia”. Per mons. Ricchiuti il premio è anche, indirettamente, “un messaggio agli Usa e alla Corea del Nord per chiedere ai due contendenti che abbandonino la strada della tensione e si mettano intorno a un tavolo a discutere, anziché impaurire il mondo con queste minacce. La gente desidera solo vivere in pace”. Il premio è stato assegnato alla Ican per “il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di un qualunque utilizzo di armi nucleari e per i suoi sforzi innovativi per arrivare a un trattato di proibizioni di queste armi”.
Executive Director of ICAN, Beatrice Fihn with signed Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons, 7 July 2017 #NobelPrize pic.twitter.com/QTFuSDHAiv
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“Sembrava che il disarmo nucleare non interessasse nessuno, anche se tutti erano (molto giustamente) preoccupati per la gravissima crisi nordcoreana, che minaccia di trascinare il mondo in una guerra nucleare. Invece è proibendo le armi nucleari che si neutralizza all’origine la spada di Damocle che pende sulla testa dell’umanità”. Questo è il commento di Archivio Disarmo appena appresa la notizia dell’assegnazione del Premio Nobel per la pace all’Ican, la Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari. Il 6 agosto di quest’anno la giuria del Premio Archivio Disarmo – Colombe d’oro per la pace, formata da Fabrizio Battistelli, Dora Iacobelli, Riccardo Iacona, Dacia Maraini, Andrea Riccardi e Tana de Zulueta, ha assegnato la Colomba d’oro internazionale proprio a Ican. E il prossimo 10 ottobre, nel corso della cerimonia di premiazione delle Colombe d’oro per la pace, ritirerà il premio Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della Ican, accompagnata da Susi Snyder, componente del consiglio direttivo della Campagna. Si tratta della prima uscita pubblica di Ican dopo l’assegnazione, oggi, del Premio Nobel per la pace.
“C’è un gruppo di persone che, da dieci anni, in oltre 100 Paesi del mondo, persegue ‘l’utopia’ della messa al bando di tutte le armi nucleari – prosegue Archivio Disarmo -. Grazie al loro sforzo l’utopia è divenuta un fatto politico: il 7 luglio scorso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con 122 favorevoli, 1 contrario e 1 astenuto il Trattato per la proibizione delle armi nucleari. Questa specie di miracolo internazionale è dovuto a Ican, la Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari”.