Curno fa festa per i 25 anni dell’oratorio intitolato al beato Jerzy Popieluszko

È un momento di festa per la comunità di Curno: dopo l’ingresso del nuovo parroco don Angelo Belotti, avvenuto nei giorni scorsi (nella foto l’accoglienza), ora è tempo di ricordare i 25 anni dell’oratorio Jerzy Popieluszko. Per questa occasione è in corso fino al 22 ottobre una settimana di incontri, animazione, festa e riflessione. L’avvio sabato scorso con la celebrazione eucaristica presieduta da don Claudio Forlani in occasione del suo 25° anno di ordinazione sacerdotale e con il concerto gospel del coro Anghelion in chiesa parrocchiale. Ieri poi c’è stata una grande festa con gonfiabili, animazione e il torneo di calcio “Beato Jerzy Popieluszko” a cui è intitolato l’oratorio. Giovedì 19 ci sarà una celebrazione eucaristica proprio in memoria del beato, in ricordo dell’anniversario della morte. Il 20 ottobre alle 20,45 si terrà una preghiera in ricordo di padre Jerzy Popieluszko in chiesa parrocchiale. Sabato appuntamento importante per le famiglie su “Oratorio, ruolo, sfide”: ci sarà un incontro per tutti i genitori della catechesi con don Samuele Marelli, responsabile degli oratori lombardi, e in contemporanea si svolgerà la proiezione del film “Cattivissimo me 3” per tutti i ragazzi. Domenica 22 ottobre alle 15 si svolgerà la castagnata e alle 16 lo spettacolo “A ruota libera” a cura dello spazio circo Bergamo. Particolarmente significativa la storia del beato Popieluszko a cui l’oratorio è intitolato: nato a Okopy, un villaggio sperduto presso Suchowola, in una famiglia di contadini. La sua vocazione maturò in questo ambiente semplice. Fu ordinato sacerdote il 28 maggio 1972 a Varsavia dal cardinale Stefan Wyszyński. Fino al 1980 fu cappellano nel suo villaggio di origine, occupandosi principalmente dell’educazione di bambini e ragazzi, da quel momento iniziò ad avvicinarsi al movimento operaio polacco e a temi di giustizia sociale. Nella sua attività pastorale portò la sua opera presso i lavoratori siderurgici, celebrando una messa solenne nella fabbrica durante una sciopero degli operai metallurgici. Successivamente si unì ai lavoratori del sindacato autonomo di Solidarność, avverso al regime comunista. Fu un convinto anticomunista, e nelle sue prediche lanciava critiche al sistema e invitava la gente a contestare il regime. Durante il periodo della legge marziale (1981 – 1983) la Chiesa cattolica fu l’unica forza che poteva avere una certa possibilità di critica, attraverso le prediche durante la celebrazione delle Messe. Le omelie e le prediche di padre Popiełuszko venivano regolarmente trasmesse da Radio Free Europe, che gli diede una certa popolarità anche all’estero. Fu inizialmente minacciato e invitato al silenzio da parte del ministero dell’interno polacco, e il 13 ottobre 1984 fu coinvolto in un incidente stradale dal quale però uscì illeso. Il 19 ottobre 1984, di ritorno da un servizio pastorale, fu rapito, rinchiuso nel bagagliaio di un’automobile, e selvaggiamente picchiato da parte di tre funzionari del ministero dell’interno, che poi lo gettarono ancora vivo nelle acque della Vistola, dove il cadavere fu ritrovato il 30 ottobre vicino a Włocławek. La notizia dell’assassinio causò disordini in Polonia, e gli autori dell’omicidio – i capitani Grzegorz Piotrowski, Leszek Pękala, Waldemar Chmielewski e il colonnello Adam Petruszka – furono giudicati colpevoli e condannati a 25 anni di carcere, ma furono rilasciati a seguito di amnistia qualche anno dopo. Ai funerali, svoltisi il 3 novembre, parteciparono più di 400.000 persone, compreso il leader di Solidarność Lech Wałęsa.