Scuola, cambia l’esame di terza media. Arriva una nuova prova per valorizzare il percorso degli studenti

Cambia l’esame di terza media. Arriva una prova nuova che, a detta del Ministero, darà “maggiore attenzione alla valorizzazione del percorso fatto da alunne e alunni durante il triennio di studi”.
Le novità cono contenute in un decreto appena firmato e tra le altre vi è l’uscita dall’esame delle prove Invalsi di Italiano e Matematica. Negli anni hanno scatenato numerose polemiche: ora non faranno più parte dell’esame finale, ma ne costituiranno un prerequisito. Verranno infatti svolte qualche mese prima, ad aprile, e la partecipazione sarà condizione per l’accesso all’esame, ma non inciderà sul voto finale. Non solo: sarà prevista anche una prova di Inglese. Sempre a proposito di Invalsi, cambia qualcosa anche nel percorso di studi primari: in seconda e in quinta restano le prove già esistenti, ma in quinta si aggiunge l’Inglese.
Tornando all’esame di terza media, un’altra novità riguarda la composizione della commissione esaminatrice: sarà formata dagli stessi insegnanti che hanno avuto in classe gli allievi e presieduta dal dirigente scolastico dell’istituto e non più da un presidente esterno.
Per l’ammissione, spiega il Ministero, verrà data più attenzione alla valorizzazione del percorso fatto dagli studenti durante il triennio di studi. Bisognerà avere frequentato almeno tre quarti del monte ore annuale e non avere ricevuto la sanzione disciplinare dell’esclusione dagli esami. Non servirà più la sufficienza in tutte le discipline e il voto di condotta verrà sostituito da un giudizio sintetico “per offrire un quadro più complessivo sulla relazione che ciascuna studentessa o studente ha con gli altri e con l’ambiente scolastico”. Lo studente avrà un voto di ammissione e di fronte a gravi infrazioni disciplinari resta la possibilità di non ammissione.
Sul versante valutazione, la novità più importante riguarda il rilascio, insieme al diploma finale, di una Certificazione delle competenze con riferimento a quelle definite “competenze chiave” in sede europea. “Alle scuole – spiega il Ministero – verrà fornito, per la prima volta, un modello unico nazionale di certificazione, che sarà accompagnato anche da una sezione a cura dell’Invalsi con la descrizione dei livelli conseguiti nelle Prove nazionali”. Otto le competenze certificate: comunicazione nella madrelingua, comunicazione nella lingua straniera, competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia, competenze digitali, capacità di imparare ad imparare (intesa come autonomia negli apprendimenti), competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa, consapevolezza ed espressione culturale.
Tre sole le prove scritte: Italiano, Matematica e lingua straniera. Il colloquio dovrà infine valutare non solo i livelli di acquisizione delle conoscenze, abilità e competenze previsti dalla Indicazioni nazionali, ma fare attenzione in particolare “alle capacità di argomentazione, di risoluzione di problemi, di pensiero critico e riflessivo, di collegamento fra discipline”. E torna il tema delle competenze.
Cambia in meglio l’esame? Vedremo la prova dei fatti. Certo, al di là delle novità inserite vale la pena di raccogliere la riflessione sui temi della valutazione in generale, peraltro continuati in questi anni, che poi si concretizzano nelle modalità scelte dal Ministero. Una valutazione sempre meno estemporanea, che accompagna l’intero processo di studio, che non è “sentenza”, ma rilievo condiviso. Un processo scolastico diffuso, condizione per l’apprendimento.Alberto Campoleoni