Mostri, scheletri e fantasmi: il linguaggio della fantasia può aiutare i più piccoli a misurarsi con l’idea della morte

Non è facile, per un bambino, misurarsi con l’idea della morte. Le festività di questi giorni per i più piccoli sono circondate da un’aura misteriosa e un po’ spaventosa. La presenza di “mostri”, scheletri e fantasmi, per loro, tuttavia, non è così inusuale: sono personaggi che si trovano comunemente nella letteratura per bambini. Li sentono vicini, popolano i cartoni animati, i film, gli incubi notturni, e diventano spesso strumenti per esorcizzare la paura. Non tutti i gli zombie, non tutti i vampiri sono uguali. In mezzo a tanti libri colorati ma con un appeal esclusivamente commerciale, vale la pena di cercare quelli giusti, che possono offrire una lettura divertente e appassionante (possibilmente mettendo insieme adulti e bambini) ma anche qualche valido spunto di riflessione.

Attinge alle tradizioni messicane per la festa dei morti “Frida e Diego” di Fabian Negrin (Gallucci). In Messico questa è una ricorrenza allegra e colorata: lo si legge subito nei colori lussureggianti delle illustrazioni, che richiamano la foresta tropicale. Nel racconto di Negrin, illustratore e narratore fantasioso, incisivo e anticonformista, Frida Kahlo e Diego Rivera, singolare e appassionata coppia di artisti, sono ancora bambini e seguono per la Festa dei morti le tradizioni delle loro famiglie: mangiano teschi di zucchero e piatti tradizionali al cimitero, accanto alle tombe dei loro cari. I bambini si allontanano un po’, spinti dalla curiosità. Incominciano un’esplorazione avventurosa che li fa riflettere sul senso della vita e della morte, li trasforma profondamente, li fa crescere. La storia affascina per la sua allegria, e incuriosisce per il modo particolare di vivere la Festa dei morti: è inevitabile che nascano domande e che le diverse tradizioni vengano messe a confronto. Offre l’occasione di approfondire un po’ in modo leggero ma fruttuoso.

E’ adatto a lettori un po’ più grandi “Sette minuti dopo la mezzanotte” completato da Patrick Ness dopo la morte dell’autrice Siobhan Dowd (sconfitta da un cancro a 47 anni), con le illustrazioni di Jim Kay (Mondadori, c’è anche il film). Conor ha 13 anni, sua madre è gravemente ammalata, e lui ogni notte fa lo stesso, terribile incubo, che non ha il coraggio di raccontare a nessuno. Una notte, però, deve vedersela con un albero mostruoso: gli racconterà tre storie, in cambio anche Conor dovrà donargliene una. Stringere un legame con questa strana creatura gli offrirà una chiave per superare la sua infelicità. Il romanzo ha vinto la Carnegie Medal, ha molto a che fare con il dolore, la perdita, e il coraggio che serve per affrontarli. La fuga in un mondo fantastico è l’unico strumento che Conor ha per sopportare una realtà troppo aspra, dura, ostile. Un libro e un film molto adatti per affrontare con i ragazzi i temi della malattia terminale, della morte, del superamento del lutto, di cosa significano in un’ottica cristiana.

Sceglie un registro lieve e divertente Barbara Cantini – nota illustratrice alla sua prima opera come autrice – in “Mortina, una storia che vi farà morire dal ridere” (Mondadori). Mortina è una bambina zombie, vive in una grande casa con sua zia Dipartita, ma si sente molto sola, non ha neanche un amico perché non è come gli altri bambini. Solo ad Halloween, quando tutti vanno in giro vestiti da mostri, trova il coraggio di unirsi al gruppo. Fa finta di essere mascherata, finché si rende conto che gli altri sono contenti di accoglierla così com’è. Qui la morte, le zucche, le teste parlanti e gli scheletri sono soltanto un linguaggio scelto per soddisfare la curiosità dei bambini. La fiaba, però, tocca temi seri, come la diversità, l’accoglienza, la solitudine, l’amicizia, oltre a mettere a tema la necessità di affrontare i propri mostri, ma intesi qui come paure. Una storia semplice, con diversi livelli di lettura, con la possibilità di adattarla anche ai bambini della scuola dell’infanzia, con l’accompagnamento di un adulto.