La terra trema in Iran e Iraq: centinaia di morti e migliaia di feriti

La terra trema in Iran e Iraq: centinaia di morti e migliaia di feriti. Il cordoglio di Papa Francesco. L’impegno di Caritas italiana

È di centinaia di morti e migliaia di feriti il bilancio provvisorio del terremoto che ha colpito la sera del 12 novembre la zona al confine tra Iraq e Iran. Il sisma di magnitudo 7.3 è avvenuto alle 18.18 (ora locale in Iran), con epicentro a circa 32 km a sud-ovest della città di Halabja, in Iraq. Un bilancio destinato ad aumentare dato che centinaia di persone sono rimaste intrappolate sotto le macerie. Nel Kurdistan iracheno si parla di 11 morti e di oltre 300 feriti. L’agenzia di informazione iraniana “Ilna” riporta che le province colpite dal terremoto sono almeno 14 e si teme che il numero dei morti nei villaggi e nelle piccole città possa essere molto alto. Secondo alti ufficiali del dipartimento per le emergenze iraniano la gran parte delle vittime sono nella provincia occidentale di Kermanshah e, in particolare, nella città di Sarpol-e Zahab a circa 15 km dal confine con l’Iraq. Sul versante iracheno i danni maggiori si sono registrati nella regione del Kurdistan, in particolare nella città di Darbandikhan, dove l’ospedale è stato severamente danneggiato, in prossimità del confine con l’Iran. Notizie più confortanti arrivano invece dai villaggi della Piana di Ninive, (Kurdistan iracheno). Da Telluskof a rassicurare ci pensa padre Salar Kajo, sacerdote caldeo che al telefono spiega al Sir:

“Abbiamo avvertito la scossa che qui è stata debole. Compatibilmente con la nostra situazione, non riscontriamo ulteriori danni alle strutture oltre a quelle provocate dalla guerra. Abbiamo avuto un certo spavento ma qui le scosse che si sentono forte sono di altro tipo”, commenta con amarezza padre Kajo, che esprime “grande vicinanza e solidarietà alle popolazioni e ai centri distrutti” dal sisma.

Nella provincia iraniana di Kermanshah sono stati indetti tre giorni di lutto e le autorità hanno disposto la chiusura di scuole e università. “L’obiettivo dei responsabili ora è quello di accelerare gli aiuti e di soccorrere le persone rimaste intrappolate sotto le macerie”: così la Guida suprema iraniana Seyyed Ali Khamenei, citato dall’agenzia Irna, in un messaggio si è rivolto al Paese. L’ayatollah ha chiesto a Esercito e Pasdaran di intervenire nelle aree colpite dal sisma. “Il governo sarà al fianco della popolazione colpita dal sisma con la mobilitazione di tutte le sue forze sia a livello nazionale che locale” ha confermato il presidente iraniano Hassan Rohani che è atteso in visita nelle zone terremotate. Il ministro dell’Interno, Abdolreza Rahmani Fazli, ha riferito che sono stati allestiti ospedali da campo e di temere per le aree rurali “dove si prevedono altre vittime”. Partita la macchina dei soccorsi anche in Iraq dove
il sisma ha riavvicinato turchi e curdi iracheni.
Il premier turco Binali Yildirim ha inviato un messaggio di cordoglio alle famiglie delle vittime, annunciando che la prima tranche di aiuti è stata già consegnata da un aereo militare: cibo, medicine e 250 tende a Sulaymaniyah, epicentro del sisma. La Mezzaluna Rossa (equivalente turco della Croce Rossa ndr) si è già attivata per raggiungere al più presto le aree colpite”.

Espressioni di vicinanza e di solidarietà stanno arrivando da tutto il mondo. In due messaggi di cordoglio inviati a Iraq e Iran, a firma del suo Segretario di Stato, card. Pietro Parolin,
Papa Francesco si dice “profondamente addolorato” ed esprime “dolore a quanti piangono la perdita dei loro cari”
offrendo “le sue preghiere per le vittime raccomandandole alla misericordia dell’Onnipotente. Sui feriti, sulle autorità e sui soccorsi invoca divine benedizioni di forza e consolazione”.

“#Terremoto Centinaia di vittime in #Iran e #Iraq Italia vicina a chi soffre e pronta a offrire aiuti ai paesi colpiti”, ha twittato il premier Paolo Gentiloni.
“L’Ue è pronta a sostenere le autorità di Iran e Iraq a far fronte alle conseguenze del terremoto”
ha detto l’Alto Rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini. Quanto accaduto al confine fra i due Paesi, ha osservato, “è in cima ai nostri pensieri. Voglio esprimere tutta la mia solidarietà alle famiglie delle vittime e offrire alle autorità della regione la nostra disponibilità per qualsiasi cosa possano ritenere utile: sappiamo cosa significa affrontare un terremoto di tale intensità”.

Caritas italiana sta definendo, in collaborazione con le Caritas operanti in loco, un programma di interventi. Caritas italiana è attiva da decenni in Iran attraverso la Chiesa locale con progetti a sostegno delle vittime del terremoto di Bam del 2003 – e in Iraq – attraverso Caritas Iraq e le diocesi di Erbil e Amadyia con progetti a favore delle vittime della guerra.

È possibile sostenere gli interventi di Caritas italiana indicando la causale “Terremoto Iran/Iraq”.