Alza il sipario la prima stagione di Prosa senza il Teatro Donizetti. Maria Grazia Panigada: «La vera magia sta nella relazione tra attori e spettatori»

C’è un po’ di emozione in più nell’inizio della nuova Stagione di Prosa del Teatro Donizetti, al via il 16 novembre al Creberg Teatro con lo spettacolo “Per te. Dedicato a te cara Julie” della compagnia Finzi Pasca (in scena fino a domenica). E’ la prima, infatti, senza il Teatro Donizetti, dove è stato appena avviato un completo restauro.  La programmazione si suddivide quindi tra il Palacreberg, una sala da 1400 posti, più grande del teatro storico cittadino, e il Teatro Sociale in Città Alta.  “La magia però – sottolinea il direttore artistico Maria Grazia Panigada – sta nella relazione unica che nasce tra attori e spettatori ogni volta che si alza il sipario. Un incanto che dipende da molti ingredienti, e che può realizzarsi in qualunque luogo. Fra l’altro sia il Creberg Teatro sia il Sociale sono sale di ottimo livello”.

Come ha reagito alle novità della stagione senza il teatro Donizetti il pubblico della prosa?
«Complessivamente ci sembra che abbia reagito bene. Anche il pubblico che frequentava il teatro ormai sapeva che il restauro era davvero necessario. Tutta l’équipe che ha lavorato a questa nuova stagione, dal direttore Massimo Boffelli a me a tutti i nostri collaboratori, ha messo moltissimo impegno nel trasformare una difficoltà in un’opportunità per ragionare in modo diverso sulle strutture e sugli spazi a disposizione. Così abbiamo pensato di suddividere gli spettacoli tra Creberg e Sociale.

La campagna abbonamenti come sta andando?
«Non abbiamo ancora il quadro completo della situazione, bisogna fare i conti anche con la diversa capienza delle sale e con la diversa programmazione dei turni di abbonamento, su giornate leggermente diverse rispetto a quelle degli anni scorsi. C’è stata una leggera flessione nei vecchi abbonamenti, ma stiamo recuperando con i nuovi, la risposta quindi è stata nel complesso buona, nonostante i grandi cambiamenti».

La stagione parte con “Per te” di Finzi Pasca, spettacolo coprodotto dal Teatro Donizetti. Un bel passo per il nostro teatro…
«E’ un’operazione importante che sicuramente ci rende orgogliosi e che dona prestigio al nostro teatro e alla città. Il marchio del Teatro Donizetti grazie a questo spettacolo va in giro per il mondo, dal Messico, all’Ungheria  all’Australia e presto approderà in Canada. E’ uno spettacolo molto delicato, chi ha già visto “La verità” si troverà davanti qualcosa di completamente diverso. C’è sempre una grande ricerca estetica, ha meno importanza la componente acrobatica. C’è un altissimo concentrato di poesia e un’importante componente riflessiva. Si parla della fragilità, del distacco, ma Daniele Finzi Pasca ha saputo trarre dal grande dolore per la perdita della sua compagna Julie una grande bellezza. Lei era una donna che rideva sempre, uno spettacolo che la ricorda non può che essere pieno di gioia”.

E le altre coproduzioni?
“Ci stanno dando grandi soddisfazioni, sia Ivan, che sta proseguendo con successo la sua tournée ed è già andato economicamente in pari, sia Accabadora, dal romanzo di Michela Murgia, che arriverà a Bergamo a febbraio: anche questo spettacolo sta viaggiando molto e ha ripagato i costi”.

Quali sono gli aspetti più interessanti della prossima stagione?
Gli spettacoli in programma al  Creberg sono molto diversi tra loro per lo stile, il linguaggio e le poetiche. Alla Prosa al Sociale si potranno vedere lo spettacolo-circo di Victoria Chaplin ma anche l’inedita coppia Donadoni-Paiato (in Play Strindberg, a dicembre). Ha già registrato un grande apprezzamento la Stagione degli Altri Percorsi. Per le repliche di “Muri”, legato a un progetto con le scuole sulla legge Basaglia, abbiamo già oltre 500 prenotazioni soltanto dagli studenti. Le scelte fatte conciliano quindi esigenze e gusti diversi».

Quali spettacoli ci segnala in modo particolare?
«Mi sta molto a cuore lo spazio dedichiamo al Teatro delle Albe: presenterà nella stagione di Prosa “Va’ Pensiero” (dal 18 gennaio), che ora è in prova a Ravenna, e in cui è coinvolto anche un coro femminile bergamasco “Gli armonici”. Accanto allo spettacolo stiamo preparando un progetto di formazione che coinvolge il Museo Storico e i ricercatori della Fondazione Donizetti per la parte lirica. Con Lab 80 e Fondazione Alaska proietteremo un film legato alla vita di Aung Saung Su Kye di Marco Martinelli. Alla Fiera dei Librai presenteremo il libro sempro di Marco Martinelli dedicato alla non-scuola, che parla di teatro partecipato. “Va pensiero” mette in scena i gradi temi della Storia rileggendo l’attualità a partire dal Risorgimento, mentre l’altro spettacolo, all’interno della stagione degli Altri Percorsi, “Maryam”, che ha già avuto una lettura con deSidera per Sant’Alessandro nel 2016, è uno spettacolo molto più intimo, racconta la preghiera di tre donne musulmane davanti a Maria nella chiesa di Nazaret. A queste tre invocazioni legate alla maternità e alla difficoltà della vita Maria risponde con una quarta preghiera. Il testo è di Luca Doninelli, in scena c’è Ermanna Montanari, è uno spettacolo intenso e interessante. Poi negli Altri Percorsi ci sono due novità particolari: un testo strepitoso di Lucia Calamaro “La vita ferma” sul ricordo di chi non c’è più. Uno spettacolo che dura tre ore e ti fa attraversare profondità incredibili, ma trascina, è ironico, leggero. Poi arrivano gli Anagor con lo spettacolo dedicato a Giorgione. Ci sono Massimo De Francovich (in Mr Green, a gennaio), Giulia Lazzarini (Muri, ad aprile), grandi nomi del teatro italiano: è bello avere la possibilità di vederli recitare. Interessante, infine, “Il servo” (a febbraio) giocato sul tema del potere all’interno delle relazioni umane».

Foto dello spettacolo “Per te” di Viviana Cangialosi