A Gazzaniga c’è «Fior di Loto», associazione che aiuta le vittime di violenza: «Molte rinunciano alla denuncia perché temono di restare sole»

“Fare i conti con la frustrazione è l’aspetto più difficile, quando credi che la donna abbia acquisito consapevolezza della sua situazione, ma non è mai così scontato. Mi fa capire quanto è complesso questo fenomeno: non lo pensavo, quando ho iniziato”. F. è tra le operatrici volontarie dell’Associazione Fior di Loto, un’associazione con sede a Gazzaniga che, tramite uno sportello d’ascolto, aiuta le donne vittime di violenza. L’associazione è nata a maggio del 2008, dopo un percorso di preparazione e formazione da parte delle fondatrici. Ora si compone di 14 volontarie (che annualmente effettuano una formazione specifica) e diversi consulenti esterni, tra cui psicologhe e avvocate. «In questi anni c’è stato un aumento delle donne che si rivolgono a noi – racconta D., tra le fondatrici dell’associazione -. In particolar modo abbiamo constatato un aumento di casi di donne che vivono condizioni di indigenza estrema, arrivando al punto di staccare i contatori perché non sono in grado di pagare le utenze e che si alimentano solo grazie all’aiuto di qualche ente benefico del territorio. Sono donne che subivano violenza, spesso casalinghe, e sono riuscite a separarsi dal compagno o dal marito, ma quest’ultimo si vendica non ottemperando ai propri doveri economici». «Il problema è proprio questo – continua F. -: non esiste un sistema di supporto dopo la denuncia. Molte proposte di legge puntano a far denunciare le donne, ma la denuncia deve essere solo l’inizio. Dopo devono esserci più tutele, garanzie per avere un alloggio e un lavoro. Ci sono case protette sul territorio, ma l’iter è ancora lento e macchinoso. Molte donne, sapendo che dopo la denuncia potranno trovarsi in una situazione di estrema precarietà, rinunciano e rimangono con i loro maltrattanti». 27 le donne che lo scorso anno si sono rivolte all’associazione, 34 fino a novembre di quest’anno. «In genere, dopo una serie di colloqui con noi operatrici – prosegue D. -, se la donna lo vuole, si incontra con il legale e, siccome spesso subisce violenza da anni, è invitata ad incontrare anche la psicologa, per poter ritrovare se stessa. Il percorso non ha mai una durata predefinita: dipende dal suo bisogno. Nei casi in cui la situazione è complessa ed urgente, attiviamo immediatamente i collegamenti con la questura ed i servizi sociali». La violenza che queste donne subiscono non è solo fisica, ma anche psicologica ed economica, forme di violenza spesso legate l’una all’altra: “Ci sono situazioni in cui le donne non lavorano su richiesta del partner, quest’ultimo dà loro una quota misera per provvedere ai bisogni familiari, in alcuni casi le famiglie d’origine delle donne le aiutano economicamente. Questa è una forma di violenza economica, in cui l’uomo fa in modo che la donna dipenda da lui, è una forma di controllo”. “Altre donne ricevono minacce di morte, per sé o per i propri familiari: hanno molto coraggio nel continuare nella loro scelta di denuncia e separazione, riconosciamo la fatica e il coraggio: è una delle condizioni più pesanti, in cui la donna è a rischio della propria vita”. Diversi i casi di successo, con donne che sono riuscite a completare il percorso ed arrivare a una vita migliore, soprattutto spinte dal voler garantire ai propri figli un ambiente sereno e sano in cui crescere, ma accanto a questi casi di riuscita, ci sono anche molte donne che decidono di ritornare a casa dal partner. Il bilancio è comunque positivo: “E’ stata una sfida che ha avuto un risultato: siamo riuscite a realizzare un progetto del genere in un contesto non cittadino, ma di provincia, cosa non semplice. Un progetto che ha funzionato e ha avuto una risposta dal territorio”. L’Associazione Fior di Loto sta partecipando al movimento “Non una di meno”: giovedì 23 novembre alle 17.30, sarà alla stazione di Bergamo per un presidio – manifestazione contro la violenza sulle donne. Lo sportello di ascolto dell’associazione è aperto il lunedì dalle 16.30 alle 18.30 e il mercoledì dalle 15.30 alle 17.30. Le operatrici rispondono telefonicamente il giovedì dalle 9.30 alle 11.30 e il primo e terzo sabato del mese allo stesso orario. Per gli altri giorni, ricevono su appuntamento. Per informazioni: www.associazionefiordiloto.it.